COME VINCERE LA PAURA DI ESSERE GIUDICATI?
Paura di essere giudicati dagli altri. Non riuscire ad esprimersi. Sentirsi sempre inadeguati e fuori posto. Capiamo perché succede e come intervenire.
Paura di essere giudicati dagli altri. Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psichè di Milano con la Dr. Francesca Minore, qui ci interessa esplorare la paura del giudizio altrui ed il senso di inadeguatezza. Scopriremo le cause e le modalità per affrontare il mondo con maggior sicurezza.
Il confronto con gli altri è imprescindibile
La costruzione dell’identità avviene nella relazione con gli altri. Fin dalla primissima infanzia, il bimbo impara a percepire di sé in base all’atteggiamento che gli adulti di riferimento mostrano verso di lui. Come viene toccato, carezzato, guardato, accudito, ha un’enorme incidenza sulla prima immagine che sviluppa di se stesso. Di più, le sensazioni, le emozioni, che sperimenta vengono incise nella memoria dermica e costituiscono un patrimonio informativo che lo accompagnerà per tutta la vita.
Confronto con gli altri ed autostima
E’ da tali esperienze infantili che origina l’autostima, ossia la valutazione che diamo di noi stessi.
Nel corso della vita, grazie alle numerosi interazioni sociali, tale valutazione subisce modifiche a conferma o discorferma del proprio valore. Si mantiene comunque stabile un giudizio di massima riguardante sia la visione soggettiva di sè (come sono), che quella ideale (come vorrei essere).
L’immagine che abbiamo di noi è dunque prodotto dell’interazione con il contesto. Gli altri sono specchio in cui ci riflettiamo per conoscere di noi. (Cooley e Mead).
Quando il confronto con gli altri diventa un problema?
1. Ciò che sono e ciò che dovrei essere
Quando vi è forte discrepanza tra la valutazione che diamo di noi e le aspettative ideali che vorremmo soddisfare. Perché spesso tali aspettative non sono nemmeno veramente “nostre”, bensì dei familiari o dell’ambiente di riferimento. Noi le introiettiamo solo. Un esempio: se per far felice papà devo diventare un campione di calcio, sono impreparato al compito, si tratta infatti di realizzare il suo sogno adolescenziale, non il mio. E dunque, non disponendo della passione richiesta, impiegherò sforzo e fatica invano. Di più, il conflitto interiore tra il bisogno di compiacere papà ed i miei autentici desideri mi priverà dell’energia e concentrazione per realizzare me stesso. Il tutto a discapito dell’autostima, che calerà drasticamente dinnanzi alla sua delusione ed al mio tentativo vano di diventare ciò che qualcun’altro vuole.
Come intervenire?
E’ importante imparare a distinguere i nostri autentici bisogni da quelli che non ci appartengono ma a cui diamo ascolto per ricevere attenzione, conferma, amore. Abbiamo infatti un’unica possibilità di successo nella vita. Consiste nel riconoscimento delle potenzialità di cui disponiamo e nell’impegno a farle maturare. Al contrario, ogni volta che ci allontaniamo dal nostro Vero Sé (Winnicott) per soddisfare aspettative altrui, per paura di essere giudicati, siamo destinati al fallimento e alla perdita di autostima.
Ma che dire se la nostra personale realizzazione non incontra il favore ed il riconoscimento esterno? Non dar peso è la reazione migliore. Ciascuno guarda infatti alla vita dalla propria prospettiva. Non è un problema se la nostra e quella altrui non collimano. Non dobbiamo aver paura di essere giudicati. Quel rispecchiamento tanto agognato, possiamo e dobbiamo attribuircelo noi. Cominciando a meritarlo con l’impegno che profondiamo a divenire ciò che siamo.
2. Il giudizio degli altri è più importanti del mio
Molte persone sono afflitte dalla paura del giudizio negativo degli altri. L’eventualità che accada li paralizza, li isola, li fa divenire compiacenti, dipendenti e passivi. Fin a compromettere sensibilmente il loro carattere. Già, perché, nel tentativo di essere accolti ed apprezzati, perdono inevitabilmente in spontaneità finendo per apparire inibiti, privi di spessore, senza personalità.
Perché ciò accade?
Spesso queste persone hanno appreso nella propria famiglia d’origine a dar tanto peso all’opinione altrui. E’ presumibile che abbiano assimilato dai loro familiari gli schemi di comportamento che ad oggi ancora mettono in atto. “Cosa dice la gente se…?” “Vuoi che facciamo una figuraccia?” questo hanno sentito sempre ripetere, in mille varianti. A volte il concetto non è stato nemmeno verbalizzato, era implicitamente scontato. E tale modalità di pensiero, che autorizza gli altri ad esprimere giudizi a cui dar grande importanza, favorisce lo sviluppo di personalità insicure. Vulnerabili al punto che anche una singola critica può comprometterne significativamente l’autostima. Succede perché agli altri sono stati da sempre attribuiti rilievo e competenza in maniera spropositata, immeritevole, ingiustificata. Da qui origina la paura di essere giudicati da loro.
Come intervenire?
Invece ogni individuo ha diritto a sviluppare una propria visione di sé, prescindendo dalla percezione altrui. Soprattutto perché l’opinione degli altri non è meno parziale e soggettiva della propria. Viziata anch’essa da stereotipi, credenze, valori e proiezioni personali.
Le persone propense alla critica di norma esprimono il giudizio velenoso in conseguenza del proprio senso di inadeguatezza. E’ l’inadeguatezza a non farli sentire altrettanto capaci o degni. In altri casi, questi individui non hanno imparato ad assumersi la responsabilità del proprio modo di essere, ma a darne sempre la colpa agli altri, al contesto, alla sfortuna. Dal senso di inferiorità origina dunque la frustrazione, la rabbia, l’impotenza che veicolano il malgiudizio. Se consideriamo questo, la paura di essere giudicati non avrà più ragion d’essere.
“Revisione copionale”, di che si tratta?
Allo stesso tempo è utile effettuare una revisione di quanto appreso nella propria infanzia. I genitori trasmettono ai figli quanto loro stesso hanno imparato, incluso credenze ed atteggiamenti non sempre funzionali. Da adulti, i figli hanno l’opportunità di guardare a tali insegnamenti in maniera oggettiva, lucida, esperta. Possono pertanto rinunciare a condividere certe preoccupazioni. La paura di essere giudicati può quindi essere vinta attraverso la restituzione di una convinzione a cui non ci sentiamo di aderire, per cui non desideriamo angustiarci come probabilmente è accaduto a loro. Tecnicamente questo percorso di crescita si definisce “revisione copionale” ( Berne).
Lo studio Studio Psiché di Milano della Dr. Francesca Minore, è in grado di supportare le persone a liberarsi dagli schemi di pensiero disadattivi per riacquistare sicurezza e fiducia in se stessi.
3. Ma è proprio vero che gli altri mi giudicano?
Esiste poi un’altro tipo di disagio. Consiste nel sentirsi esposti alla critica a prescindere. Ci si sente costantemente osservati e sotto analisi, in ogni circostanza: in strada, sui mezzi, nei luoghi pubblici, ecc. La percezione di essere al centro dell’attenzione, correlata alla paura del giudizio degli altri, ingenera il bisogno di isolarsi, di nascondersi agli occhi del mondo.
Di fatto queste persone sperimentano un imbarazzo davvero invalidante, in grado di condizionare la loro vita privata e professionale: non si sentono di frequentare luoghi affollati o di presentare una relazione lavorativa davanti ai colleghi, di ballare in pubblico, di conoscere persone nuove, né di approcciare qualcuno che desta la loro attenzione.
Perché accade?
La risposta va rintracciata nel vissuto soggettivo. Presumibile che siano cresciuti in un ambiente rigido, severo; che siano state sottoposti ad imperativi e divieti categorici in maniera svilente e punitiva.
In un simile contesto, la naturale tendenza dell’organismo a crescere e sviluppare le proprie potenzialità (C. Rogers) viene inibita. In un ambiente ostile e castrante, il Vero Sé smette di esprimersi spontaneamente, ma reagisce solo in funzione della sopravvivenza. E percependosi inadeguato e fragile, finisce per proiettare sul mondo tutto, lo sguardo minaccioso ed ostile che da sempre lo perseguita. A giustificare dunque la paura di essere giudicati, ancora una volta è la storia soggettiva.
E così, un individuo mite e timido, anche quando osservato da occhi pensierosi, distratti o frettolosi, abbasserà drasticamente i suoi. Formulando nella mente una serie di ipotesi catastrofiche circa i pensieri dell’estraneo su di lui.
Come intervenire?
Per superare la paura di essere giudicati lo Studio Psiché della Dr. Francesca Minore propone un intervento psicologico mirato a sciogliere tutte le convinzioni disfunzionali e ad aumentare e recuperare l’autostima.
Il percorso è finalizzato a riacquisire la voglia di vivere e a far fiorire le proprie potenzialità, grazie ad un supporto psicologico in un setting protetto ed accogliente, oppure da casa grazie ad un consulto psicologico online.
Lo Studio Psiché
Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un servizio online di psicoterapia e counseling specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.
E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.
Per approfondire:
colloqui di counseling di che si tratta?
studio psiché – consulenze online
studio psiché – le consulenze online funzionano davvero?
studio psiché – counseling online per expat
***
Per approfondire l’articolo:
studio psiché – DAP attacchi di panico. le cause e la cura
studio psiché – ansia sociale – le cause e la cura
studiopsiché – coliti gastriti e cefalee. Le psicosomatizzazioni