resilienza - Studio Psiché Milano

RESILIENZA – COSA SIGNIFICA E COME SI ALLENA?

Cosa si intende con il termine resilienza? Come allenarsi ad essere resilienti? Accettare quanto di doloroso e trasformarlo in opportunità è davvero possibile?

Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano, con la Dr. Francesca Minore, in questo articolo vogliamo focalizzare l’attenzione sulla resilienza, una capacità imprescindibile per affrontare le sfide e gli ostacoli in ambito personale, sociale e professionale. Approfondiamo:

Resilienza – una definizione

 

“Le persone che hanno subito in danno sono pericolose perché sanno di poter sopravvivere.”( “Il danno” di J. Hart)

 

Si sente spesso parlare di resilienza, ma qual è il significato preciso della parola? Il termine è stato coniato in ingegneria meccanica. Indica la proprietà di alcuni materiali di non venir deformati o, qualora accada, di recuperare la forma originaria. Allo stesso modo in psicologia la resilienza definisce la capacità, innata per alcuni individui, acquisita per altri, di reagire ad eventi fortemente destabilizzanti “riacquisendo la propria forma”, anche quando ammaccati dalla vita.

Importante sottolineare che la resilienza non è una capacità esclusiva di pochi fortunati. E’ un’abilità che si può apprendere! Scopriamo come…

Bisogno di cambiamento e resilienza - Studio Psiché Milano

Resilienza – guardare in modo nuovo

Sviluppare resilienza significa guardare alle cose da una nuova prospettiva. Implica l’allenamento (e la convinzione!) a:

  • dar senso all’evento spiacevole,
  • accettare che sia accaduto (non combatterlo),
  • utilizzare le proprie risorse (anche le più recondite mai esplorate/utilizzate)
  • trasformarlo in qualcosa di nuovo.

Divenire resilienti significa quindi acquisire potere, non soccombere alla delusione, al dolore, alla perdita di senso ma evolvere, cambiare, tornare a vivere.

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Di seguito una serie di  suggerimenti su come potenziare tale abilità:

  • rispetto ai pensieri negativi

Non farti influenzare dai pensieri patogeni ma attieniti ai dati di realtà oggettivi. I pensieri negativi sono produzione della nostra mappa personale, vale a dire di quegli schemi cognitivi ed emotivi insorti nel corso dell’esistenza per far fronte agli eventi. Ora, la mappa soggettiva può non essere funzionale al superamento degli accadimenti avversi. Un esempio chiarificatore. Se dai modelli di riferimento fin dalla più tenera infanzia ho appreso che  “Non ti puoi fidare di nessuno”, questo principio sarà divenuto schema mentale a cui attenermi. Di conseguenza, nei momenti di difficoltà non disporrò di alcuna rete amicale di sostegno e potrò sperimentare un acuto senso di solitudine e fragilità. Ma se imparo a guardare alle cose in modo più oggettivo, meno condizionato dal passato, “Non mi posso fidare di nessuno” diventa “Conosci questa persona e valuta se ti puoi fidare”. Il che modificherà significativamente la mia prospettiva e il mio stare nel mondo.

  • rispetto agli eventi dolorosi

Divenire resilienti significa smettere di combattere ciò che non può essere cambiato. A volte sembra impossibile riuscirci. Ci accaniamo, ci ostiniamo, non ci rassegniamo. E probabilmente abbiamo valide ragioni (ed emozioni!) che ci spingono a farlo. Ma questo non fa che peggiorare il nostro stato psichico e debilitare quello fisico, senza in realtà che il nostro accanimento produca alcun risultato. Al contrario, l’ostinazione ci farà ruzzolare indietro, Don Chisciotte docet.

E se ci allenassimo ad accettare ciò che non può essere cambiato? Con questo non mi riferisco ad un atteggiamento passivo ed inerte, bensì attingendo alla nostra forza. La forza di restare immobili, fermi, impassibili, intatti, “non facendoci deformare” dagli eventi tutto il tempo necessario.  Accettazione significa in sostanza confidare nel proprio potere di non farsi sopraffare qualcosa del tipo: “Non posso cambiare quanto accade, ma non gli consento di piegarmi.”

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L’accettazione come viatico alla trasformazione dunque. Si tratta di attingere alle risorse di cui disponiamo (anche quelle mai esplorate) e trasformare quanto ci fa male. Vuol dire individuare un nuovo cammino partendo dal punto in cui si è. Un cammino che è nuovo in quanto frutto di un’evoluzione, di una crescita, della consapevolezza che il dolore ha prodotto. Perché attraversare il dolore ci cambia inevitabilmente. A noi scegliere se in meglio.

Possono servire tempo e pazienza, convinzione e perseveranza ed un valido supporto professionale quando necessario. Sono gli ingredienti utili a far lievitare l’impasto, a produrre il cambiamento.

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  • rispetto al passato

Resilienza significa: porta con te ciò che di positivo hai acquisito dall’esperienza (per esempio le risorse a cui hai attinto per superare le difficoltà) e lasciala andare. Non farti condizionare dai pensieri negativi. Non interiorizzarli. Non generalizzarli.

E ancora, non guardare all’oggi con lo sguardo rivolto agli eventi negativi occorsi nel passato. Sii presente invece, in modo aperto e disponibile, per comprendere e valutare con obiettività ciò che ora ti circonda.

  • rispetto al dolore

E’ fondamentale attribuire senso al dolore occorso – quando accade qualcosa di particolarmente doloroso, impattante, imprevisto e angosciante, il modo in cui la nostra mente elabora l’evento è determinante per il benessere futuro. Se riusciamo a dare un senso all’esperienza, le probabilità di superare il trauma aumentano. Immaginate un individuo rimasto coinvolto in una sparatoria. Diverse sono le opzioni mediante cui elaborare l’accaduto, ipotizziamone alcune: 1. “Ora so che nella vita posso in ogni momento imbattermi in un pericolo mortale in grado di compromettere la mia intera esistenza e questo è incontrollabile. La vita non ha senso ed io sono in balia degli eventi che possono succedere.” 2. “Mi è accaduto qualcosa di spaventoso, che per fortuna è raro. Sono riuscito ad uscirne vivo ed ora sono ancora più consapevole di quanto sia preziosa la vita e la voglio vivere pienamente.” Risulta evidente come la modalità di elaborazione del fatto traumatico sia predittiva di come la persona affronterà il futuro.

Bisogno di cambiamento e resilienza - Studio Psiché Milano

  • rispetto a se stessi

Legittima sempre il tuo sentire ed il tuo essere. Le persone resilienti sono intimamente centrate. Non danno particolare peso a quanto dall’esterno possa scoraggiarle. Possono subire critiche, possono essere oggetto di incomprensione, possono non ricevere supporto o fiducia, possono non piacere. Ma lo accettano. Perché restano ancorati alla loro base interna (“non si deformano”). Il mondo può non capire, gli altri possono deludere, fraintendere, avere opinioni e gusti diversi, non succede nulla se si resta centrati. E’ qualcosa del tipo: desidero imboccare quella strada, non ti convince? non ti convinco? non sei d’accordo? Va bene, tu la vedi così. Ma io voglio farlo. Perché desidero esprimere me stesso. Comunque.

Il grande F. Perls ha espresso meravigliosamente il concetto: Io faccio le mie cose e tu fai le tue. Non sto a questo mondo per vivere secondo le tue aspettative. E tu non stai a questo mondo per vivere secondo le mie aspettative. Tu sei tu ed io sono io. (cit).

Non devo conquistarti, sedurti, lusingarti, piacerti. Se accade è bellissimo, se non, io ho il mio cammino da intraprendere, tu il tuo. Sulla via troverò altre persone con cui intimamente condividere e gioire.

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  • rispetto all’autostima

La condizione affinché quanto sopra si verifichi è di certo una buona autostima.

E come sviluppare una buona autostima? Anche in questo caso la chiave è rappresentata dall’accettazione. Accettazione di come si è. Ora, adesso, con le proprie paure, i limiti, le difficoltà, i fallimenti ed i ruzzoloni! Li abbraccio tutti “E buon appetito!” come esclama L. Buscaglia nel suo splendido libro (ne consiglio la lettura e rilettura!). Sì, e buon appetito! Perché, a ben guardare, c’è sempre anche altro. Ci sono qualità mie peculiari e potenzialità che già conosco o che ancora non ho utilizzato. Se comincio a credere in quello che sono, dal punto in cui mi trovo ora (che può non piacermi) dispongo del bagaglio adeguato per muovermi nella direzione che preferisco. Non diventerò mai perfetto, completamente risolto, fantastico. Piuttosto mi vorrò bene al di là di ogni illusorio ideale. E questo è l’unico carburante di cui ho bisogno.

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  • rispetto al sostegno

Sei arrivato a fine articolo e magari ti stai chiedendo se sei davvero in grado di fare tutto questo. Ti senti oppresso dal problema o dal dolore che stai attraversando e non disponi della forza per il benché minimo movimento…

Se stai vivendo un momento di forte sofferenza od impasse, sappi che divenire resilienti significa saper chiedere aiuto quando necessario. E’ purtroppo diffusa l’idea che richiedere un supporto professionale significhi non essere in grado di farcela da soli. Non è così. Ciò che un buon percorso di counseling offre sono gli strumenti necessari a che la persona, disponendone,  autonomamente ne faccia uso, scelga la sua strada e trovi la spinta a percorrerla. Saper accogliere il supporto è un atto di maturità e saggezza. Perché vuol dire riconoscere i propri limiti ed esser pronti a imparare, a crescere, ad evolvere. In una parola ad essere resilienti.

Studio Psiché – chi siamo

studio psiché milano

Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un  servizio online di counseling e psicoterapia specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.

E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat  specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.

Primo colloquio esplorativo gratuito.

Per approfondire:

colloqui di counseling di che si tratta?

studio psiché – consulenze online

studio psiché – counseling online per expat

Ti consigliamo…

 

Desideri approfondire il tema? Ti consigliamo tre letture avvincenti, dense, godibili ed appassionate sull’argomento. Buona lettura!

B. Benson, G. Urzì, Il Cammino della Felicità, Ed. Illustrata, Ed. Gruppo Abele

L. Buscaglia, Vivere Amare e Capirsi, Mondadori

F. Perls,  L’approccio della Gestalt, Casa Editrice Astrolabio