non riesco a chiudere una storia Studio Psiché dr F. Minore

NON PROVARE PIACERE DURANTE L’AMORE. LE SOLUZIONI

Non provare piacere durante il rapporto sessuale. Non poter vivere l’intimità che si desidera col partner. Come risolvere il blocco psicologico dell’anorgasmia?

Non provare piacere durante il rapporto sessuale. Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché Psicoterapia e Counseling d i Milano con la Dr. Francesca Minore, qui ci interessa esplorare l’anorgasmia nelle sue varie forme e gli interventi efficaci.

studio psicologia e counseling milano non provare piacere

Anorgasmia. Di che si tratta?

L’anorgasmia può manifestarsi come assenza di desiderio sessuale, come difficoltà a raggiungere l’orgasmo oppure come rapporto sessuale doloroso (dispareunia). Nel dettaglio:

1. Assenza di desiderio sessuale

L’eccitazione sessuale scaturisce dal desiderio mentale e fisico. La sua funzione è di predisporre l’orgasmo mediante l’attivazione dei sistemi muscolare, endocrino, neurovegetativo e la conseguente lubrificazione vaginale. In assenza di desiderio, la persona non percepisce alcuna sensazione di eccitamento psico-fisico fino ad evitare il contatto col partner.

2. Difficoltà a raggiungere l’orgasmo

Si declina in anorgasmia coitale, vale a dire l’impossibilità a provare piacere durante il rapporto sessuale ed anorgasmia generalizzata in cui il non provare piacere coinvolge anche la sfera dell’autoerotismo.

3. Rapporto sessuale doloroso

Tecnicamente, dispareunia. Il dolore riguarda il momento della penetrazione (a differenza del vaginismo che si manifesta prima). A tale disturbo può associarsi la cistite nell’immediato o nelle ore successive al rapporto.

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Le cause dell’anorgasmia

Non provare piacere durante il rapporto sessuale può essere dovuto a cause di natura organica che non competono questo articolo. Spesso però, a determinare la patologia sono ragioni psicologiche o relazionali. Esploriamole entrambe:

A. Cause psicologiche

1. Inibizione alla fisicità

Ad interferire con il desiderio sono le convinzioni disfunzionali attinenti l’autostima. Possono riguardano la sfera corporea (il non ritenersi fisicamente attraenti) e/o la sfera personale (“non sono amabile”).

In altri casi è l’ansia da prestazione a non predisporre l’eccitazione e dunque ad inibire la persona prima o durante il rapporto. Sovente, ad essa sottesa, è la paura del giudizio scatenata da insicurezza.

Rientra in questa categoria anche il bisogno di controllo, una forma d’ansia che impedisce di lasciarsi andare alle emozioni. Nella donna la rigidità dei pensieri si palesa nella contrattura dei muscoli vaginale non consentendo la penetrazione o rendendola dolorosa.

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Che fare?

Quando il problema scaturisce da scarsa autostima, insicurezza ed ansia come nei casi sopra citati, si può intervenire efficacemente solo risolvendo il disagio all’origine. Poiché siamo frutto della nostra storia, è utile comprendere cosa abbia prodotto le convinzioni svalutative che inibiscono la persona, per accompagnarla in un percorso volto a disconfermarle. Ciò avviene attraverso la ri-narrazione della sua storia di vita, vale a dire la costruzioni di nuovi significati svincolati dalle istanze affettive e di pensiero disadattive. Obiettivo finale: rinfrancare l’autostima e la libera espressione di ogni aspetto del Sé, incluso quello sessuale. E’ possibile effettuare questo percorso presso lo Studio Psiché..

2. Educazione sessuofobica

L’educazione ricevuta è responsabile del blocco emotivo.

Succede quando la ricerca del piacere è giudicata riprovevole, non consona ad una persona degna di rispetto. Sono i  miti familiari e culturali ad instillare questi convincimenti. E ciò non avviene necessariamente per via diretta. L’esempio, le dicerie, i valori trasmessi dal contesto d’appartenenza, possono essere sufficienti. Come reazione, la persona reprime le proprie pulsioni o è vinta dai sensi di colpa qualora non riesca. A tutto danno della capacità a vivere una vita sessuale soddisfacente.

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Che fare?

Per affrontare il problema,  lo Studio Psiché utilizza un approccio volto a ridefinire, su base adulta, le convinzioni maturate nell’infanzia. A ciò si accompagna, quando necessario, l’elaborazione di eventuali conflitti o dipendenze in atto rispetto all’ambiente di provenienza, sono infatti i cerchi non chiusi a generare il senso di colpa.

Obiettivo dell’intervento, compiere un’evoluzione personale che consenta finalmente di vivere la propria sessualità con consapevolezza, levità e senza vincoli di sorta.

3. Blocco emotivo causato da molestie o abusi

  • Quando si  è stati vittima di molestie o violenze fisiche, per effetto del trauma si tenta in ogni modo di evitare le situazioni associabili all’evento, mettendo in atto, in taluni casi, come estrema difesa, l’inibizione del proprio desiderio. A determinare il blocco emotivo è un conflitto: quello tra la scelta naturale di intimità e la ferita profonda non ancora elaborata, che viene espressa a livello somatico mediante il dolore o l’assenza di orgasmo.

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  • La violazione psicologica è più subdola, meno identificabile, ma altrettanto deleteria. Riguarda l’esser stati vittima di ingiunzioni in grado di minare la costruzione dell’identità personale e/o sessuale. Si tratta di messaggi impliciti che impediscono la crescita del Sé, relegando la persona a ruoli fissi all’interno di dinamiche familiari patologiche.  Ingiunzioni del tipo “sii come voglio io” “esisti in funzione mia” “non crescere” “non andare” “non entrare in intimità”, escludono il permesso al piacere sessuale e lo fanno per via indiretta, inconscia, la persona non ne ha alcuna consapevolezza. Accade così che, pur desiderando amare ed essere amata, inconsapevolmente boicotta le proprie relazioni al fine di non scindere legami psicologici che non è capace di recidere.

Che fare?

L’intervento in caso di abuso, implica l’elaborazione dei contenuti emotivi ancora legati all’evento. La persona viene supportata nel processo che la porterà a sciogliere definitivamente i nodi che ancora la tengono costretta a quel passato doloroso.

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Quando la violazione è stata di natura psicologica, lo Studio Psiché utilizza un approccio volto a ripercorrere le ingiunzioni disturbanti, per risalire alla causa e svuotarle del loro significato disfunzionale. Compiere questo percorso vuol dire effettuare una vera e propria revisione del proprio copione di vita. Lo scopo è far emergere le risorse di cui la persona dispone, per sciogliere o trasformare i legami condizionanti che la imbrigliano e guardare alla vita da un ottica nuova, che includa, tra le altre, l’espressione libera e serena della propria sessualità.

B. Cause relazionali

1. Anorgasmia situazionale

Quando l’anorgasmia è contestualizzata, cioè si verifica solo con un determinato partner, va probabilmente interpretata come espressione psicosomatica. Ciò significa che il dolore coitale o il non provare piacere, sono rappresentazioni fisiche di un disagio psicologico. Determinato questo dal non essere profondamente convinti di voler raggiungere l’intimità con quella persona o in quel modo.

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Che fare?

In questi casi, il percorso di psicoterapia proposto dallo Studio Psiché è volto ad indagare le emozioni ed i pensieri che guidano la persona nel compiere le scelte sentimentali. Ciò al fine di renderla cosciente delle ragioni per  cui boicotta inconsciamente la propria soddisfazione affettivo-sessuale. Al contempo la si aiuta ad individuare nuovi schemi emotivi e di pensiero più funzionali all’ottenimento del piacere. Tale consapevolezza le consentirà di decidere della sua vita erotico/sentimentale in totale libertà e finalmente in armonia con il suo autentico sentire.

2. Problemi di coppia

La sessualità è comunicazione. Fatta di gesti, vicinanza, emozione. Quando la coppia versa in un periodo di crisi o quando ci sono motivi di malessere che vengono taciuti, le emozioni connesse al disagio possono trovare via d’espressione alternativa nell’anorgasmia o nella dispareunia. L’assenza di desiderio, la penetrazione dolorosa, l’insorgenza della cistite dopo il rapporto sono, nel linguaggio del corpo, espressione del bisogno di dar voce all’insoddisfazione, alla rabbia, alla delusione, al senso di impotenza.

Che fare?

Se si sceglie un breve percorso di counseling individuale, l’intervento si focalizza sull’analisi dei motivi del disagio personale rispetto alla coppia. Vengono approfondite le aspettative, i bisogni insoddisfatti, le modalità con cui la persona entra in relazione e l’origine delle somatizzazioni corporee del malessere. Tutto ciò allo scopo di comprendere quali modifiche apportare e quali scelte compiere in funzione dell’intimità relazionale.

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Qualora  si scelga un breve percorso di counseling di coppia l’intervento è volto a comprendere le dinamiche, i miti valoriali, i ruoli, la struttura della diade. Ciò allo scopo di trovare una maniera nuova e più consona di stare insieme e risolvere i conflitti. Grazie al supporto della counselor, i colloqui si svolgono in un clima di accoglienza ed empatia rispetto al mondo interiore di entrambi i partners. Questo per giungere ad un graduale riallineamento della coppia,  un avvicinamento reso possibile dalle nuove consapevolezze e competenze relazionali acquisite.

3. Difficoltà nella comunicazione dei propri bisogni

Comunicare le proprie esigenze è fattore importante ma spesso trascurato. Non si osa, si ha paura di ferire l’altro, di perderlo o si prova vergogna ad esprimere i propri desideri e gusti a proposito di sesso. Avviene così, per esempio, che una donna si ritenga affetta da anorgasmia, quando invece il non provare piacere dipende dalla mancata o scorretta stimolazione clitoridea.

Che fare?

Se si teme di far sentire inadeguato il partner o di non saper verbalizzare il bisogno, si può ricorrere ad altre vie. Giocare, raccontarsi reciprocamente le fantasie, assumere iniziative dirette, sono modalità comunicative efficaci ed altamente coinvolgenti di cui avvalersi per migliorare la qualità del rapporto. Un breve percorso di counseling consente, in aggiunta, di apprendere modalità comunicative volte ad esprimere efficacemente i propri desideri e necessità:

Studio Psiché – chi siamo

studio psiché milano

Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un  servizio online di psicoterapia e counseling specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.

E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat  specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.

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Per approfondire:

colloqui di counseling di che si tratta?

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studio psiché – le consulenze online funzionano davvero?

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