L’INADEGUATEZZA SOCIALE
L’inadeguatezza sociale
Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano con la Dr. Francesca Minore, in questo articolo approfondiamo il tema dell’inadeguatezza sociale. Il disagio riguarda la paura di essere osservati, criticati, giudicati. Pur desiderosi di fare buona impressione, ci si sente costantemente non all’altezza dello scopo.
Quali sono le cause che lo determinano e come è possibile superarlo?
Le manifestazioni dell’inadeguatezza sociale
Entrare in una stanza piena di gente, dover parlare in pubblico, ballare, mangiare in un luogo affollato, affrontare un incontro sentimentale, queste sono le situazioni in cui l’inadeguatezza sociale si presenta con maggior frequenza.
La persona si vive emotivamente fragile, vulnerabile, inetta. Per questo a livello cognitivo fa in modo di anticipare l’evento per prepararsi: ripete mentalmente ciò che deve dire, si impone di parlare poco, di eludere il contatto visivo ecc.
Sul piano comportamentale fa di tutto per evitare che gli altri notino il suo timore ed assume quegli atteggiamenti che ritiene gli impediscano di fare una brutta figura. Quest’ultimo è infatti un tema basilare. Fare una figuraccia gli risulta inaccettabile, insopportabile, irrimediabile. Sbagliare, non piacere, suscitare una critica, scatenare una reazione di riso, crede possa compromettere irreparabilmente la sua reputazione.
Il circolo vizioso dell’inadeguatezza sociale
Purtroppo le tecniche che adotta per non fallire nei suo scopi, rendono ancora più significativo il disagio emotivo incrementando l’ansia. Di conseguenza aumenta il rischio che accada ciò che teme. E quando succede, l’autocritica è tanto feroce da convincere la persona a dover fare ancora più attenzione o ad evitare definitivamente le situazione in cui ha vissuto l’esperienza. Un circolo vizioso che alimenta il disturbo dunque.
Eziologia dell’inadeguatezza sociale in ottica cognitivista
Capiamo esattamente quali sono i passaggi attraverso cui l’individuo si procura l’ansia e il disagio. Averne consapevolezza consente infatti di evitare le strategie disfunzionali che alimentano il problema.
1. Prima che si verifichi l’esperienza:
Convinzioni disadattive:
Ruminazioni – si tratta di pensieri disfunzionali tesi ad anticipare mentalmente i comportamenti e le sensazioni che si ritiene espongano alla critica.
Comportamenti protettivi – sono pensieri di evitamento “devo mostrarmi disinvolto, tenere le mani ferme, respirare profondamente…” utilizzati per sedare l’ansia “non guardare negli occhi, non fare domande, non arrivare in anticipo…”
Pensieri disadattivi – si tratta di riflessione che minano l’autostima “non ce la posso fare, andrà come la volta scorsa, tutti rideranno di me ed altri lo verranno a sapere”
Sul piano emotivo:
Queste riflessioni non fanno che incrementare l’ansia e le sue manifestazioni: sudorazione, palpitazioni, tremore, balbettio, rossore, ecc. e le psicosomatizzazioni: gastriti, coliti, cefalee ecc.
2 Durante l’esperienza:
Gli elementi caratterizzanti sono:
- l’automonitoraggio costante,
- il focus attentivo su di sé (non sulla situazione),
- orientamento confirmatorio (“sono proprio irrecuperabile”)
Oltre a compromettere l’esito della prestazione, tale atteggiamento accresce ulteriormente il disagio e l’angoscia minacciando la performance. La persona è poi vittima della metavergogna, ossia la vergogna di provare vergogna, di sentirsi incapace e finisce per diventarlo in una profezia che si autoavvera.
3. Dopo l’esperienza:
Se la prestazione è stata scadente, come è probabile sia a causa della forte ansia e della pressione esercitata dai pensieri disfunzionali, la persona trascorrerà molto tempo a compiere valutazioni auto-screditanti, a ricordare episodi simili a conferma della sua inettitudine. Il dolore può divenire così insopportabile da costringerlo a chiudersi in se stesso e desistere abbandonando il luogo dell’esperienza, che si tratti di lavoro, studio, gruppo amicale.
Come superare l’inadeguatezza sociale?
Sul piano dell’intervento, la psicoterapia cognitivo-comportamentale rappresenta la strategia d’elezione. Consente infatti di portare ad emersione le convinzioni disadattive che fomentano l’ansia e di apprendere le tecniche di disconferma utili a liberarsene.
Al contempo, l’intervento proposto dallo Studio Psiché implica un approfondito lavora di ricostruzione del vissuto personale per comprendere come storicamente tali convinzioni circa se stessi, gli altri ed il mondo siano andate formandosi. Perché senza tale ridefinizione della propria visione del mondo è difficile risolvere efficacemente il disagio
In ultimo vengono implementate nuove competenze relazionali/comunicative attraverso utili esercizi di role playing e social skills training. La persona con tale bagaglio di consapevolezze e strumenti sarà quindi nelle condizioni di riprendere in mano la sua vita e riconquistare il benessere.
In dettaglio:
Lo Studio Psiché
Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un servizio online di psicoterapia e counseling specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.
E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.
Per approfondire:
colloqui di counseling di che si tratta?
studio psiché – consulenze online
studio psiché – le consulenze online funzionano davvero?
studio psiché – counseling online per expat
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