Bisogno di cambiamento e resilienza - Studio Psiché Milano

IL BISOGNO DI CAMBIAMENTO

Rientro dalle vacanze: quanti di noi pensano sia il momento giusto per apportare novità in uno o più ambiti di vita? E quali sono gli ingredienti per realizzare questo bisogno di cambiamento. Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano, con la Dr. Francesca Minore, in questo articolo vogliamo capire quali sono gli elementi che rendono efficace e duraturo il cambiamento nell’ambito di vita in cui ci preme apportarlo, che sia l’amore, la professione, il contesto relazionale. Lo facciamo seguendo una serie di passaggi, cominciamo!

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Il bisogno di cambiamento – quando assecondarlo?

Il bisogno di cambiamento può manifestare in vari modi. Attraverso l’insoddisfazione, la noia, il nervosismo, la chiusura, l’insofferenza, ma anche la curiosità e l’entusiasmo. Va sempre assecondato? Ogni stato emotivo merita la nostra attenzione, sempre. Essere in contatto con il proprio sentire ed i segnali corporei mediante cui si esprime, consente di sviluppare consapevolezza. E quando mi rendo consapevole di una sensazione, di un bisogno dell’organismo, posso provvedere a dargli soddisfazione valutando il modo più adeguato per farlo in termini di tempo, modalità, opportunità ecc…

Teresa si è chiusa in se stessa. Da qualche tempo è pervasa da una profonda apatia: “Non c’è più niente che mi entusiasmi. Vivo in una sorta di calma piatta costante. Lavoro, torno a casa, ed il giorno dopo lo stesso, mi sento sconfortata. Vorrei dare una svolta alla mia vita ma non so dove trovare la forza, l’energia…”  Teresa è ben conscia del bisogno di voler cambiare. Si presenta al colloquio con una chiara consapevolezza. Da qui dunque partiamo. Si tratta di approfondire cosa renda necessario il suo bisogno e di definire come realizzarlo.

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Il bisogno di cambiamento – le coordinate

Ogni stato emotivo soggettivo implica un contesto (quale ambiente lo ha prodotto), uno spazio cognitivo (la lettura che la persona ne dà), un background valoriale (il valore soggettivo che gli viene attribuito). Seguire queste direttrici permette di identificare bene le coordinate del cambiamento che vogliamo apportare. Eviterà fraintendimenti, errori di valutazione, pentimenti.

Nei successivi colloqui Teresa individua gradualmente una serie di elementi in grado di spiegare la mancanza di “forza ed energia” che ostacolano il raggiungimento del suo obiettivo “la svolta”. Li riportiamo qui riassunti:

(contesto): “Mi sento sola. Non vivo nella mia città d’origine e per me, chiusa e poco espansiva, non è facile fare amicizia. (spazio cognitivo): Non mi riesce spontaneo avvicinarmi agli altri, mi fido poco della gente. Ho vissuto delle esperienze molto deludenti sia in ambito sentimentale che di amicizia, primo non ero così. Ho imparato a diffidare, a non aspettarmi niente. (background valoriale): Nella mia famiglia d’origine non si parlava granché. Ognuno provvedeva a se stesso. C’erano poca solidarietà ed empatia. L’insegnamento più importante? Che mi ricordi, proprio il provvedere a se stessi. E’ l’unica cosa che conta davvero.” E dunque, come interpretare la mancanza di forza, di coraggio ad effettuare anche un piccolo passo in direzione del cambiamento auspicato? Ora disponiamo degli elementi per comprenderlo.

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Il bisogno di cambiamento – lo spazio emotivo

Una volta contestualizzato e compreso profondamente il bisogno che ci anima è importante dar spazio alle emozioni che genera, ossia il colore, la temperatura, il significato affettivo di quanto stiamo vivendo. Trovare un’apertura all’espressione emozionale permette di legittimare ulteriormente il bisogno di cambiamento che alberga in noi.

Invitata ad approfondire questo aspetto aiutandosi con metafore se le viene più facile, Teresa congiunge istintivamente le mani al petto: “Mi sento in gabbia… compressa. Come se qualcuno premesse sul mio cuore, se non consentisse ai polmoni di respirare.” Ed ansima. Perché manca l’aria per respirare. E se manca l’aria, è bloccato ogni flusso vitale. “Chi è quel qualcuno? Forse… sono io. Le mie paure, l’abitudine a restarmene nel mio guscio… sì, sono io.” E dunque una parte di Teresa, condizionata dai pensieri negativi che l’accompagnano, resiste al cambiamento. Si oppone per il timore di rischiare. “Già, di rischiare e fallire, di essere di nuovo respinta, incompresa… in una parole di potercela fare.”

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Il bisogno di cambiamento – dar senso

Riassumiamo: abbiamo compreso il nostro bisogno di cambiamento. Siamo risaliti al contesto da cui è scaturito. Abbiamo fatto emergere il mondo emotivo attorno cui è aggrovigliato. Ed ora? Per poter superare le resistenze e muoversi nella direzione sperata è importante dar senso al blocco (da dove origina? perché? in cosa consiste concretamente?)

Torniamo a Teresa, a quanto accade nel corso dei suoi colloqui. Nel prosieguo degli incontri va maturando il senso dell’apatia che la tiene bloccata in un limbo senza tempo. “Il senso del continuare ogni giorno senza entusiasmo? Non saprei… forse dentro di me non sono convinta… mi spiego, ora che mi guardo dentro,  è come se non sentissi di credere profondamente che per me un vero cambiamento sia possibile. Ecco, non l’avrei detto, ma ora so che è così, che è questo che sento. Che vuoi che cambi, mi dico? La gente è fatta così, il mondo è così. Testa bassa, provvedi tu a te stessa, senza farti illusioni. Per te là fuori non c’è nessuno.” Teresa libera un pianto sconsolato, da troppo tempo trattenuto.

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Il bisogno di cambiamento – l’emersione delle cause

A bloccare il fluire organismico, ad ostacolare l’azione verso il cambiamento, è spesso responsabile il vissuto personale. Ognuno di noi ha sviluppato nel corso del tempo una personale ed unica mappa cognitiva attraverso cui guardare alla realtà.

L’esperienza di vita di Teresa è stata povera di calore, affetto, empatia, condivisione. Dopo qualche tentativo di aprirsi al mondo e alle relazioni nella prima giovinezza, sprovvista presumibilmente degli strumenti per integrarsi (il racconto della storia familiare ne spiega le cause), Teresa ha maturato un profondo senso di delusione. Verso le proprie aspirazioni, gli altri, l’ambiente attorno. Ed è proprio questa delusione dolorosa che la depotenzia, che la mantiene chiusa al cambiamento prevedendolo fallimentare.

Ma non tutto è perduto. Il pianto doloroso della donna racconta delle sue emozioni vive. Sepolte sotto una coltre di pessimismo, ma ancora attive.  Racconta una Teresa che malgrado le sue convinzioni, sente fortemente la voglia di condividere, socializzare, amare ed essere amata. Come riuscirci?

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Il bisogno di cambiamento – la resilienza

Comprese le cause della stagnazione, riconosciuta l’origine dei blocchi ed espresse le emozioni correlate, è tempo di allenare la resilienza, ossia la capacità di non sopperire alle difficoltà, alle delusioni, al dolore. Ci si riesce esplorando le proprie risorse (anche quelle mai utilizzate), accettando ciò che finora non ha funzionato, trasformando la crisi in opportunità. In ogni ambito di vita, personale, professionale o sociale. Non darsi per sconfitti, accettazione e trasformazione sono i concetti chiavi su cui intervenire. Il tempo necessario e con convinzione, che sono poi gli ingredienti utili a far lievitare l’impasto. Quando utile, non esitare a richiedere il supporto di un professionista. Un breve percorso di counseling può guidare questa fase delicata in vista dell’obiettivo.

La nuova Teresa

Teresa nel corso degli incontri di counseling smantella piano piano il suo antico copione “non puoi fidarti di nessuno, devi provvedere da sola a te stessa”. Anziché  farsi guidare dalle esperienze negative degli anni trascorsi, sceglie di lasciarsi condurre dalla curiosità, dalla sua mente libera e desiderosa di esplorare nuovi percorsi e nuove prospettive. All’apatia subentra gradualmente la voglia di cimentarsi, di sperimentare. A piccoli passi, capitolando e rialzandosi con convinzione. Perché così si fa. Così il cambiamento ci sorprende.

Studio Psiché – chi siamo

studio psiché milano

Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un  servizio online di counseling e psicoterapia specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.

E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat  specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.

Primo colloquio esplorativo gratuito.

Per approfondire:

colloqui di counseling di che si tratta?

studio psiché – consulenze online

studio psiché – counseling online per expat