FORMA FISICA: DIETA ED OBESITA’
Obesità, aumento ponderale, forma fisica. Il rapporto con l’aspetto psicologico, l’immagine distorta di sé e la dieta efficace.
Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano con la Dr. Francesca Minore, qui ci interessa analizzare l’incidenza della forma fisica sulla psiche. Il tema del rapporto con il Sé Corporeo trova spazio anche negli articoli dedicati alla fame nervosa, al dismorfismo, alla cellulite. Ad essi si rimanda per un ulteriore approfondimento.
Obesità, sovrappeso, forma fisica – I distinguo
Arriva l’estate e molti di noi, guardandosi allo specchio liberi dagli abiti invernali, si ritrovano a constatare la necessità di ripristinare la forma fisica. I metodi più efficaci? Quelli classici: una dieta sana ed un incremento nell’attività fisica. Meglio se all’aria aperta. Interventi più che sufficienti per riacquistare tonicità e perdere quei pochi chili accumulati durante l’inverno.
In altri casi, lo specchio rimanda una situazione di vero e proprio sovrappeso, ossia un aumento ponderale significativo. Le conseguenze dell’incremento nel peso corporeo non vanno sottovalutate, in quanto incidono sulla mobilità e sull’insorgenza di patologie serie. In una parola, sui fattori di rischio. E’ opportuno allora rivolgersi ad un nutrizionista in grado di consigliare la dieta più adeguata alle esigenze della persona.
Altra cosa è l’obesità. Una condizione di accumulo anormale di grasso nel tessuto adiposo, eccessivo al punto che la salute ne viene fortemente compromessa. Per affrontare il problema, con l’ausilio di uno specialista è possibile seguire una cura farmacologica capace di facilitare l’assorbimento dei grassi o di incrementare il senso di sazietà.
L’aumento ponderale dal punto di vista psicologico
Il sovrappeso è strettamente correlato al malessere psicologico. Attraverso i media, la nostra cultura veicola un’immagine distorta, quando non irrealistica, dell’aspetto fisico. Non importa come sia stata ottenuto, importa l’apparenza fresca e giovanile. In quanto la giovinezza pare assurta a valore unico ed indiscusso, laddove il senso di ogni altra qualità è stato quanto meno relativizzato.
Da ciò consegue che il sovrappeso ed ancor più l’obesità, siano condizioni invalidanti anche su piano psicologico.
L’influenza della mente sul corpo
Ma c’è dell’altro. Quante volte accade che una persona, pur avendo perso peso, mantenga un forte disagio? Succede per via della persistente insoddisfazione rispetto al proprio aspetto fisico. Ed ancora, quante volte, dopo una dieta drastica e sofferta, i chili vengono riacquistati nel giro di poco tempo, il cosiddetto effetto fisarmonica?
L’influenza della mente sul corpo è all’origine di quanto sopra descritto.
L’intervento curativo, per dirsi efficace deve quindi agire sull’organismo olistico. Non deve cioè trascurare l’inscindibile rapporto tra soma e psiche. Deve riguardare il piano nutrizionale e quello psicologico. Con tale approccio, il percorso offerto dal nostro servizio, può aiutare a superare simili problematiche. Approfondiamo.
L’immagine che abbiamo di noi è frutto della nostra storia
Sul piano psichico, la visione che abbiamo del nostro corpo non è mai obiettiva, bensì mediata dai sistemi cognitivo ed emotivo. E pertanto legata ad un’impressione soggettiva di noi stessi, dello spazio in cui ci esprimiamo, della modalità mediante cui entriamo in contatto con gli altri ed andiamo nel mondo. Soprattutto la percezione del Sé – incluso il Sé Corporeo – è influenzata dalla nostra storia.
Le maggiori correnti psicodinamiche hanno fornito ciascuna la loro interpretazione del legame tra vissuto personale e percezione di sé. Tutte sono pervenute alla medesima conclusione: lo stato fisico comunica lo stato psicologico di un soggetto. Vediamo brevemente il loro contributo:
1. Teoria freudiana
La teoria freudiana prevede una serie di fasi maturative (Freud 1905, Jacobson 1974, Spitz 1973, Stern 1977). Nella primissima infanzia (stadio orale) la bocca è veicolo affettivo e di relazione. Il riconoscimento e la costanza della madre (o viceversa la sua anaffettività e ambivalenza) sono veicolate dall’allattamento e connotano la visione che il piccolo sviluppa di se stesso. In questa prospettiva, il disordine alimentare, l’atto compulsivo di ingerire cibo, viene interpretato come agito di compensazione rispetto ad una carenza antica mai adeguatamente elaborata.
2. Teoria dell’attaccamento
Negli anni ’50 gli studi sull’attaccamento infantile (Bowlby 1964/79, Ainsworth 1977, Erdman e Caffery, 2003) hanno dato ulteriore credito all’importanza dei primi legami affettivi nello sviluppo della personalità. La persona carente sul piano emotivo, può vivere il cibo come una sorta di sedativo, mediante cui lenire i bisogni insoddisfatti o contenere la rabbia. In questo quadro, l’obesità diviene manifestazione esteriore di un vissuto emotivo contraddistinto da vuoto e mancanza di auto-sostegno.
3. Teoria gestaltica
Negli anni ’60 la scuola gestaltica giungerà per altre vie alle conclusioni dei predecessori (Perls 1973, Salonia 1989, Zerbetto 1986). L’accento è posto sulle modalità di contatto con l’ambiente. In particolare:
1. meccanismo di introiezione
L‘introiezione definisce una modalità di relazione improntata ad ingerire, in modo compulsivo ed acritico, credenze, valori, comportamenti provenienti dall’ambiente e dalle figure di riferimento. Il disturbo alimentare può essere correlato all’introiezione, in quanto sua metaforica rappresentazione e spia del disagio a non poter esprimere se stessi.
2. meccanismo di confluenza
E’ caratterizzata dal bisogno di fusione con ciò che è esterno a sé. La persona confluente non riconosce l’altro, lo risucchia, lo ingoia ed aspira ad essere tutt’uno con lui. Inconsciamente ripropone la fusione con la madre tipica della primissima infanzia. Il cibo diviene, in tale prospettiva, strategia suppletiva volta a riempire, colmare, laddove risuona un profondo vuoto affettivo.
4. Analisi transazionale
Negli anni ’60/70 l’analisi transazionale (E. Berne) offrirà ulteriore conferma alle teorie sopra elencate. Il modello familiare è all’origine della visione del mondo nell’infante. Se i dettami sono disfunzionali (per es. quelli relativi alle abitudini alimentari, al bisogno di essere attraenti o di compiacere per ottenere riscontro…), essi daranno luogo a schemi di pensiero ed emozionali altrettanto disadattivi che si perpetueranno nell’età adulta, originando, tra gli altri, i disturbi alimentari.
Quando le ragioni del sovrappeso sono solo psicologiche
1. L’immagine distorta di sé
1.Vi sono casi in cui il disagio è unicamente di natura psicologica. La persona non ha una visione realistica del proprio corpo. Si sente troppo grassa e non lo è. Troppo magra e non lo è. Quando accade, ad essere espresso è un dolore psichico nascosto nel profondo, non elaborato, di cui il soggetto non sempre ha consapevolezza. Poiché la pena rimane sepolta, essa viene somatizzata. Allora il sentirsi grassi, indegni di attenzione e dello sguardo altrui, non corrisponde ad un problema fisico, ma è proiezione del disagio psicologico.
2. I vantaggi psicologici del sovrappeso
Alcune persone si sottopongono alla dieta ma non raggiungano lo scopo. Non riescono a perdere peso. Perché ciò avviene?
Perché l’aumento ponderale implica dei vantaggi. Vediamone alcuni.
- Rimanere sovrappeso è un modo estremo di richiedere attenzione e accudimento.
- Fornisce un motivo per rimanere inattivi, per non affrontare il mondo.
- Lo strato adiposo che ricopre il corpo funge da barriera difensiva frapposta ad un ambiente vissuto ostile e minaccioso. In tale quadro, una donna che ha subito violenza può ricorrere inconsciamente a tale espediente per non essere più attraente e quindi avvicinabile.
- Il sovrappeso esprime il bisogno di esistere, qualora venga o sia stato negato, poiché garantisce l’esserci occupando fisicamente spazio. La stazza imponente diventa in tal senso manifestazione di sé.
L’intervento efficace
Data la vastità delle cause del sovrappeso e dell’obesità, è auspicabile un intervento integrato di competenze mediche e psicologiche in grado di offrire alla persona l’opportunità di:
- trovare un luogo accogliente in cui poter ricevere ascolto supporto
- seguire un regime nutrizionale adeguato
- divenir consapevole delle dinamiche psicologiche soggiacenti
- apprendere modalità nuove ed adattive di soddisfare i propri bisogni
- rafforzare il fragile Sé, affinché le prescrizioni del nutrizionista possano produrre un esito duraturo.
Prenota un primo consulto esplorativo gratuito con la Dr. Francesca Minore presso lo Studio Psiché di Milano.
Studio Psiché – chi siamo
Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un servizio online di psicoterapia e counseling specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.
E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.
Per approfondire:
colloqui di counseling di che si tratta?
studio psiché – consulenze online
studio psiché – le consulenze online funzionano davvero?
studio psiché – counseling online per expat
Bibliografia
Ainsworth M. – OBJECT RELATIONS, DEPENDENCY AND ATTACHMENT: A THEORETICAL REVIEW OF THE INFANT-MOTHER RELATIONSHIP – Child Development, 40 pp. 969-1025, 1969
Ancona L. – LA PSICOANALISI – Ed. La Scuola, 1984
Berne E. – ANALISI TRANSAZIONALE E PSICOTERAPIA. UN SISTEMA DI PSICHIATRIA SOCIALE INDIVIDUALE – Astrolabio, Roma, 1971
Bert G., Quadrino S. – IL MEDICO E IL COUNSELING – Ed. Il Pensiero Scientifico, Roma, 1989
Biglia M., Gargiulo C. – TOGLIAMOCI IL PESO. RICONOSCERE E COMBATTERE IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’ – Mondadori Electa, 2012
Bosello O., Cuzzolaro M. – OBESITA’ – UniversalePaperbacks, Il Mulino, Nr. 636, 2013
Bowlby J. – ATTACCAMENTO E PERDITA – Vol 1: L’ATTACCAMENTO ALLA MADRE – Boringhieri
Bowlby J. – UNA BASE SICURA – Cortina Editore, 1988
Brunner J.- THE NARRATIVE CONSTRUCTION OF REALITY – in Ammaniti M., Stern D.N. – PSYCHOANALYSIS AND DEVELOPMENT:RAPPRESENTATIONS AND NARRATIVES – 15-38, New Jork University Press, 1994
Carbonelli M.G. – OBESITA’ – Gangemi, 2010
Erdman P., Caffery T. – ATTACHMENT AND FAMILY SYSTEMS: CONCEPTUAL, EMPIRICAL AND THERAPEUTICAL RELATEDNESS – Brunner/Routledge, NY, 2003
Ernestina F.M. – OBESITA’ CONOSCERLA E VINCERLA – Ed. Univ. Romane – 2011
Fisher S., Cleveland S.E. – BODY IMAGE AND PERSONALITY – (2° ed. Riv.), Dover Publications, NY, 1968
Goulding R., Goulding M. – IL CAMBIAMENTO DI VITA NELLA TERAPIA RIDECISIONALE – trad. it. Thornton A.M., ASTROLABIO, Roma, 1988
Greenberg L.S., Paivio S.C. – LAVORARE CON LE EMOZIONI IN PSICOLOGIA INTEGRATA – Collana Edoardo Giusti, Sovera, 2000
Gremigni P., Letizia L. – IL PROBLEMA DELL’OBESITA’. MANUALE PER TUTTI I PROFESSIONISTI DELLA SALUTE – Maggioli Ed., 2011
Holmes J. – LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO – Raffaello Cortina Editore, 1993
Mc Dougall J. – TEATRI DEL CORPO – Cortina, Milano, 1989
Mahler M.S.– LA NASCITA PSICOLOGICA DEL BAMBINO – trad. it. Ammanniti M., Zampon A., Boringhieri, TORINO, 1978
Mahler M.S. – ON THE FIRST THREE SUBPHASES OF THE SEPARATION-INDIVIDUATION PROCESS – in THE SELECTED PAPERS OF MARGARET S. MAHLER Vol. 2, Separation-Individuation, Northvale, NJ: Jason Aronson Inc., 1972
May R. – L’ARTE DEL COUNSELING – Ed. Astrolabio
Jacobson E. – IL SE’ ED IL MONDO OGGETTUALE – Martinelli Ed., Firenze, 1974
Perls F.S. – GESTALT APPROACH AND EYE WITNESS TO THERAPY – Science & Behaviour Books, Palo Alto, CA, 1973
Perls F.S. – LA TERAPIA GESTALTICA PAROLA PER PAROLA – Astrolabio, 1969
Perls F.S., Hefferline F., Goodman P. – GESTALT THERAPY. EXCITEMENT AND GROWTH IN THE HUMAN PERSONALITY -The Julina Press, 1951
Peri G. – LINEAMENTI DI PSICOLOGIA DELL’ETA’ EVOLUTIVA – ISU, Univ. Cattolica, Milano, 1989
Spitz R. – IL PRIMO ANNO DEL BAMBINO – Armando, Roma, 1973
Stern D. – LA NASCITA DEL SE’ – Laterza, Bari, 1991
Stern D. – LE PRIME RELAZIONI SOCIALI: IL BAMBINO E LA MADRE – Boringhieri, Torino, 1977
Tauber M. – MIO FIGLIO E’ TROPPO GRASSO – Armando Editore, 2009
Zerbetto R.- TERAPIA DELLA GESTALT – in – IMMAGINI DELL’UOMO – Rosini, Firenze, 1986
Zerbetto R., L’IMMAGINE DELL’UOMO DECONDO LA TERAPIA DELLA GESTALT – in – IMMAGINI DELL’UOMO – Centro Studi di Psicosintesi, Assagioli R. , Firenze, 1986.
Zerbetto R. – IL SE’ COME MEMBRANA: MODELLO, METAFORA, EPISTEME – in AAVV (a cura di Zerbetto R.) ATTI DEL IV CONGRESSO INTERNAZ. DI PSICOTERAPIA DELLA GESTALT Per una scienza dell’esperienza – Ed Centro Studi Psicosomatica, Roma, 1994