studio psicologia e counseling milano come ritrovare se stessi

COME RITROVARE SE STESSI?

Come ritrovare se stessi quando si è perso ogni entusiasmo, quando la vita o chi amiamo ci ha deluso, quando ciò in cui credevamo si è sgretolato?

Scopriamo insieme come ritrovare la via.

studio psicologia e counseling milano come ritrovare te stesso

Come ritrovare se stessi quando sono andate perdute motivazione e fiducia? Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Psicoterapia e Counseling di Milano  con la  Dr. Francesca Minore, qui ci interessa esplorare il modo di recuperare le risorse utili a superare l’impasse e ritrovare la voglia di vivere.

Come sono arrivato a questo punto?!

Accade di perdersi al punto da non riconoscere più la via o di non riconoscersi più. Questa spiacevole esperienza si accompagna a senso di vuoto, demotivazione, caduta della speranza. Più di ogni cosa, ci si sente fluttuare in una sorta di bolla asettica, dalla quale emozioni e sensazioni sembrano bandite. Ci accorgiamo di non sentire. Ciò che un tempo ci emozionava, oggi non riesce a smuovere l’apatia costante. In altri casi i sentimenti ci sono, sono vividi, ma volti al pessimismo, all’autosvalutazione o a rabbia e frustrazione.

Perché accade? I motivi possono essere molteplici come le storie di vita. Tutti però accomunati da un fattore:

Il contatto con la propria più profonda natura è andato perduto.

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Osservate le espressioni di ogni singolo bambino nell’immagine qui sopra. Ognuno reagisce in maniera diversa a quanto sta accadendo. C’è chi si entusiasma, chi è intimorito, chi perplesso e chi in posa! Questo perché ogni individuo nasce con un proprio, peculiare, temperamento spontaneo. Fin dai primi mesi e durante la crescita, la famiglia ed il contesto sociale contribuiscono poi a forgiare il carattere, ossia la personalità che definitivamente indosseremo. Ciò avviene sia in maniera esplicita e voluta, tramite l’educazione (in primis familiare e scolastica), sia in modo implicito ed involontario, seguendo cioè i modelli di riferimento (come si comportano rispetto a se stessi, tra loro e nel mondo). E’ così che, gradualmente e senza rendersene conto, la persona si ritroverà il suo carattere. Tagliato e cucito su misura. E con esso affronterà il mondo…

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E che ne è allora del temperamento spontaneo? Alcuni riescono a mantenerlo, ad integrarlo, ad assecondarlo. Altri vi rinunciano per essere amati, per essere accettati, in una parola per adeguarsi. Finendo con perderlo di vista e con esso gran parte del proprio splendido potenziale. E’ possibile che conducano comunque un’esistenza brillante, di successo, ma lontano da se stessi. Il che procura sempre un qualche disagio psicologico somatizzato sul corpo. E dunque…

Che fare? Come ritrovare se stessi?

C. Rogers sosteneva che il benessere sia prodotto della capacità individuale di ascoltare i propri bisogni per dar loro soddisfazione. F.Perls aggiungeva che l’organismo sano sa istintivamente andare nella direzione della propria serenità. Come dire? Non serve tanto capire e ragionare. Quello viene dopo, supporta nello scoprire il come. Per dar espressione al nostro Sé spontaneo basta essere in contatto con le sensazioni, l’emozioni, l’intuito e l’istinto che la natura ha fornito in dotazione. Pare semplice, eppure a remar contro ci son forze non trascurabili…

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I persecutori della psiche

Possono essere forze interne alla psiche o esterne, ossia persone in carne ed ossa.

1. Le ingiunzioni

Nel primo caso si definiscono ingiunzioni, vale a dire dettami a cui ci si sottopone incondizionatamente, allo scopo di risultare accettabili e amabili.  La forza delle ingiunzioni è data dal fatto che, trasgredendole, la persona si sente terribilmente in colpa e destinata a restare sola. Per questo risultano tanto potenti ed incontrovertibili. Come riconoscerle? Si palesano tutte le volte che una voce interna redarguisce con espressioni del tipo “non devi” “faresti bene a” “per il tuo bene dovresti”, facendoci sentire inadeguati o incapaci. Le ingiunzioni vengono introiettate, ossia fatte proprie, fin dall’infanzia, sulla scorta di quanto insegnato o apprezzato dagli adulti di riferimento. Sono negative in quanto non spingono la persona verso l’espressione del suo potenziale, ma in direzione di ciò che “si ritiene sia buono per lei”. Poiché ciò che prova, ciò a cui ambisce per temperamento e doti naturali può non collimare con le aspettative esterne, tutto questo deve rimanere inascoltato, insoddisfatto o, se troppo insistente, rimosso definitivamente dalla memoria e dal cuore. Per non creare disturbo e conflitto. Ecco il danno…

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2. Il persecutore in carne e ossa

Esistono poi i persecutori esterni. Sono persone reali velenose (F. Perls), la cui vicinanza procura disagio, umiliazione ed ancora inadeguatezza. Possono essere familiari, amici, amanti. Per questo il loro atteggiamento procura sofferenza. Per questo risulta doloroso distaccarsene. Un fatto è però certo. Relazionarsi a loro non provoca mai i benefici sperati, desiderati ardentemente. Più spesso genera stallo. Non porta in nessun dove. E la persona che non riesce a prendere le distanze, un giorno o l’altro scopre di star girando in tondo. Di non progredire in alcun modo. Da lungo tempo. Soprattutto realizza di aver perduto la propria energia vitale. Risucchiata questa dai vampiri dell’anima, i persecutori appunto.

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Come ritrovare sé stessi allora?

E’ fondamentale acquisire consapevolezza. Se leggendo quanto sopra vi riconoscere in uno dei casi descritti, avete già fatto il primo passo. Perché avete riconosciuto l’origine della vostra sofferenza. Ma per liberarsi dai persecutori e ritrovare se stessi serve uno sforzo in più. Serve percorrere il viaggio nel proprio bosco psichico (C. Pinkola Estes) e riacclimatarsi al proprio potenziale. Molte persone temono questo viaggio. Ormai da tempo lontani da sé stessi, han paura di imbattersi in fantasmi dolorosi o sconosciuti. Ed invece non è mai così. Il contatto con sé stessi procura solo senso di appartenenza, chiarezza e libertà. La libertà di rientrare in casa, spalancare le finestre, far uscire l’odore di stantio, la polvere del tempo e riportare luce. Sarà poi il caso di tornare ad alimentare e continuamente attizzare, il fuoco del proprio sentire spontaneo, dell’intuito, dell’ingegno personale. Appariranno agevolmente le risorse, le potenzialità abbandonate un tempo sul fondo della psiche. Pronte ad ogni nuovo utilizzo in vista della personale realizzazione. C. G. Jung asseriva che niente nella psiche va perduto, ed aveva sommamente ragione. Servono solo perseveranza, pazienza e gli strumenti adatti per recuperarli alla luce.

Studio Psiché – chi siamo

studio psiché milano

Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un  servizio online di psicoterapia e counseling specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.

E’ disponibile inoltre un servizio di consulenza online per expat  specificatamente dedicato alle esigenze di coloro che risiedono all’estero.

Primo colloquio gratuito.

Per approfondire:

colloqui di counseling di che si tratta?

studio psiché – consulenze online

studio psiché – le consulenze online funzionano davvero?

studio psiché – counseling online per expat

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