CAPELLI – CADUTA FISIOLOGICA, DIRADAMENTO. LE RAGIONI DELLA PSICHE ED IL SUO SIMBOLISMO
Caduta dei capelli: processi ciclici e stagionali, diradamento, incidenza psicologica, reazioni e modalità di incidenza nell’uomo e nella donna.
Con l’arrivo della stagione fredda i capelli tendono ad indebolirsi, a cadere. Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano con la Dr. Francesca Minore, nella prima parte dell’articolo ci interessa esplorare: quando la perdita è fisiologica? Quando il diradamento diviene patologia? Esiste una correlazione tra la salute dei capelli e la psiche?
Nella seconda indagheremo il significato simbolico dei capelli.
PARTE I – CADUTA STAGIONALE, DIRADAMENTO E PSICHE
Ad ogni cambio di stagione, specie in autunno, la caduta dei capelli è del tutto fisiologica. All’irrigidirsi del clima infatti, gli organismi vegetali ed animali si adeguano. La ragione va ricercata nella variazione del rapporto luce/buio che condiziona l’equilibrio ormonale e dunque anche la perdita dei capelli.
Esistono poi motivi di natura prettamente psicologica da tenere in considerazione. Il rientro dalle vacanze ed il repentino riassorbimento nel caos quotidiano – frammisto di impegni professionali, ritmo frenetico ed inquinamento atmosferico – possono provocare stress, una condizione fisica che sovraccarica il sistema endocrino e quello immunitario responsabili della salute del capello.
Ciò detto, niente allarmi. La vita dei capelli è ciclica (il ciclo completo dura circa sei anni) ed ogni capello cade e ricresce venti volte prima che il suo bulbo si atrofizzi definitivamente. Dunque il ricambio stagionale (telogen effluvio) è parte di un processo naturale. Solo nel caso la perdita sia significativa o persistente, è buona cosa sottoporsi ad esame tricologico al fine di effettuare una diagnosi mirata.
DIRADAMENTO DEI CAPELLI
Anche la perdita progressiva dei capelli è da considerarsi fisiologica. Con il passare degli anni, molti uomini tendono a stempiarsi ed alcune donne ad avere una chioma meno folta. Ciò dipende perlopiù da fattori ereditari e genetici. Il diradamento viene considerato patologico solo quando si manifesta anzitempo e quando la progressione è piuttosto accelerata.
E comunque non necessariamente si tratta di un processo irreversibile, specie se causato dall’aver vissuto uno shock, se si presenta durante l’allattamento, se determinato da fattori quali un’inadeguata alimentazione o se generato da un disagio psicosomatico. Ciascuna di queste situazioni infatti è dovuta ad una causa che può essere rimossa.
L’INCIDENZA PSICOLOGICA SUL DIRADAMENTO
La scienza definisce i capelli “vestigia filogenetica priva di importanza” ad indicare che essi non svolgono nessuna particolare funzione per l’organismo. Sul piano psicologico però, il discorso cambia notevolmente. I capelli partecipano a descrivere l’identità della persona (è uomo o donna, conformista o non, giovane o matura, curata o trasandata…) e soprattutto contribuiscono a definirne la gradevolezza del volto.
Per questo, nel corso della storia, la chioma folta e lucente è stata sempre simbolo di bellezza, quando non di forza (si pensi a Sansone, la cui potenza fisica era determinata dai capelli, persi i quali anche la prima veniva a mancare) e di potere (per esempio le elaborate parrucche dei nobili nel ‘700 o il parrucchino vittoriano richiesto agli uomini di legge).
RISPOSTE EMOTIVE ALLA CADUTA DEI CAPELLI
Da un sondaggio CIRM condotto su un campione di MASCHI TRA I 18 E I 41 ANNI risulta che sono l’età del soggetto e la velocità con cui il diradamento si verifica a determinare come l’individuo reagisce alla perdita. Maggiore è il trauma, più evidenti sono i cambiamenti caratteriali e nello stile di vita. In seguito alla caduta, molti uomini intervistati mostrano di aver modificato l’immagine corporea di sé in quanto si vivevano invecchiati, meno attraenti e virili. Altri, maggiormente reattivi, si sono adeguati adottando un nuovo look oppure optando per la rasatura. Il tipo di reazione all’evento dipende dalla struttura di personalità. Soggetti dotati di una buona autostima affrontano l’evento con più disinvoltura, valorizzando le altre doti estetiche o caratteriali di cui dispongono.
Di interesse anche l’indagine INRA-Demoskopea dalla quale emergono tre tipi di risposte emotive alla caduta dei capelli, correlate a rispettive tipologie di personalità:
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i distaccati (49%) vale a dire coloro che spostano l’attenzione sulla cura del corpo, sulla loro competenza intellettuale e comunicativa
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i modaioli (25% in prevalenza giovani) che risolvono il problema cambiando taglio o pettinatura e modificando il loro look ed aspetto estetico in generale
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i virili (26%) che vivendo la chioma come arma di seduzione e virilità, sono disposti a ricorre ad ogni rimedio per contrastare il diradamento.
NELLE DONNE
La caduta dei capelli nella popolazione femminile è meno diffusa e spesso legata a precisi momenti della vita, quali la gravidanza o il periodo dell’allattamento. Un’altra causa diffusa è poi la somatizzazione del disagio psicologico.
Qualche esempio chiarificatore:
1. ALLOPECIA
Si manifesta come eccessiva presenza di sebo che infiamma, ostruisce ed infine atrofizza il bulbo del capello. A livello psicosomatico è utile chiedersi cosa ostruisca la libera espressione emotiva della persona che ne è affetta. Può trattarsi di un elevato e repentino carico di responsabilità, dell’esigenza di dimostrare la propria maturità ed affidabilità in ambito relazione o familiare, dell’assunzione di un nuovo incarico… In tutti i casi, si tratta di situazioni implicanti un’ipertrofia ed irrigidimento della componente razionale a discapito di quella emotiva, l’inaridimento della quale si manifesta metaforicamente con la caduta dei capelli.
2. ALLOPECIA AREATA
Si assiste alla formazione di chiazze glabre di diversa grandezza sul cuoio capelluto. Sovente tale patologia è generata da un trauma destabilizzante. Che si tratti di un lutto, di un abbandono, della perdita del lavoro, l’evento traumatico ha invaso l’esistenza della persona come una macchia dolorosa ed espansa, simile a quelle comparse metaforiche sulla cute.
3. CONTROLLO EMOZIONALE
La perdita dei capelli può essere connessa al tentativo inconscio di liberarsi da emozioni e pensieri ritenuti inadeguati o impossibili da metabolizzare. Perlopiù impulsi aggressivi o sessuali rimossi, che la persona vive come angoscianti e per cui si sente in colpa.
4. DISAGIO RELATIVO ALLA PROPRIA FEMMINILITA’
In ultimo, il diradamento della chioma può associarsi ad un vissuto conflittuale circa la propria femminilità, di cui i capelli sono espressione.
In tutti i casi, un BREVE INTERVENTO DI COUNSELING, come quello offerto dal nostro servizio counselor Milano può aiutare la persona ad esprimere le emozioni bloccate. Le sarà così possibile ripristinare non solo l’andamento adeguato del flusso emotivo, ma anche di quello fisiologico e di conseguenza la salute dei capelli.
PARTE II – IL SIGNIFICATO SIMBOLICO DEI CAPELLI
I capelli rappresentano un forte indicatore di fascino e seduzione e veicolano richiami sessuali, in quanto espressione di energia vitale capace di rigenerazione. Per fare un esempio del loro potere, si pensi alla proibizione ad esporli tipica delle congregazioni clericali femminili.
Ma c’è di più. I capelli, come gli altri distretti corporei, esprimono il livello di benessere della persona. Se forti, esili, docili al pettine, spenti o nodosi, essi comunicano ed informano circa la salute dell’individuo e la cura che, in un dato periodo della sua esistenza, dedica a se stesso.
LE ACCONCIATURE DELLE PIU’ NOTE DEE ARCHETIPICHE
Gli archetipi definiscono rappresentazioni simboliche comuni ad ogni cultura. Nello specifico, gli dei mitologici descrivono modelli universali di personalità e comportamento. Di seguito cercheremo di ripercorrere la fisionomia delle divinità femminili più note così come riportata nei testi classici, con un’attenzione particolare ai loro capelli per mostrare, di questi, lo specifico simbolismo.
1. AFRODITE (Venere)
Dea dell’amore e della bellezza. Divinità alchemica della trasformazione e del cambiamento. Di aspetto sublime, attraente e sensuale. Nelle raffigurazioni è rappresentata con i capelli fluenti, ondulati e biondi, basti il celebre esempio della Venere di Botticelli. In effetti, portare i capelli sciolti e lunghi è connotazione metaforica di uno spirito libero, selvaggio, giovane ed indomito come la chioma al vento della dea. Ma c’è dell’altro: una capigliatura libera denota una modalità flessibile di articolare il pensiero e l’emotività; un approccio dunque lontano da ogni rigido schematismo. Del resto, niente, più dell’amore, sfugge a staticità e raziocinio.
1b. CURIOSITA’
Ben sappiamo che nel mondo islamico è inappropriato per la donna mostrare il capo e disdicevole partecipare scoperta alle funzioni religiose, cosa che accadeva fino a qualche tempo fa anche nella chiesa cattolica. Il motivo di tali ingiunzioni va rintracciata nella portata seduttiva dei capelli. Il divieto a scioglierli, il consiglio a raccoglierli o tagliarli, veicolano infatti il metaforico imperativo ad inibire la naturale pulsione sessuale o quanto meno a governarla. La stessa funzione di controllo pulsionale assumono simbolicamente i fermagli o i prodotti atti a fissare e modellare i capelli.

Pallade Atena
2. ATENA (Minerva)
Emanata dalla testa del padre Zeus con sembianze già adulte, Atena dai grandi occhi – a connotarne la lungimiranza – è dea della saggezza, del raziocinio, dei mestieri. Pazienza, capacità di panificazione ed abilità manuali sono le sue doti primarie. Viene spesso raffigurata con i capelli raccolti alla nuca e protetti dall’elmo. E dunque, qual è il simbolismo associato? Il copricapo, a seconda della foggia, offre svariate informazioni circa chi lo indossa. L’elmo in particolare ha una funzione difensiva e protettiva. Copre il volto con la visiera e mantiene i capelli lontano dal viso. Atena, donna volitiva e capace combattente, indossandolo mostra incuranza verso ogni orpello femminile. E’ una donna concreta, impegnata in ciò a cui si dedica, insofferente a tutto quanto non sia essenziale. L’acconciatura, la cura della chioma, sono pertanto occupazioni distanti da lei, che reputa vacua civetteria interessarsene.

Artemis
3. ARTEMIDE (Diana)
Dea della luna e della caccia, si muove rapida e decisa tra boschi, rocce, terre selvagge. Impavida e fiera, è tanto pronta a soccorrere chi le chiede aiuto, quanto svelta a punire colui che la oltraggia; infatti, la faretra di cui è dotata non manca mai il bersaglio. La giovane donna è archetipo delle più moderne qualità femminili: competenza, indipendenza, intraprendenza. Per questo è l’unica divinità dotata di una tunica corta, utile a permettere movimenti rapidi ed agili tra i rovi. Per lo stesso motivo porta i capelli perlopiù mossi e morbidi, raccolti a crocchia o annodati alla nuca. La soffice acconciatura rivela una personalità pratica, dinamica, pur al contempo attenta alla cura della propria femminilità. Non a caso la grande risorsa della dea sta tutta nella capacità di conciliare la forte aspirazione all’autonomia alla coscienza di essere donna.

Giunone Italicam
4. ERA (Giunone)
Madre di famiglia, ma soprattutto moglie di Zeus, Era ha l’aspetto di una matrona fiera del proprio ruolo sociale. Illuminata dalla luce riflessa del potente compagno, la donna consuma il suo tempo a punire le scappatelle del consorte. Vendicativa e spesso crudele, dietro la maschera della tracotanza nasconde la propria fragilità di donna umiliata. Nonostante il padre degli dei la dia per scontata, Era, caparbia e determinata, è disposta a tutto per non perderlo. Per questo è archetipo di fedeltà sconfinata: il compagno è la sua unica priorità. Prima dei figli, prima della famiglia.
Per quanto riguarda l’aspetto, Era mostra un fisico massiccio ed altero. Le vesti sono lunghe ed elaborate come richiede la sua posizione ed il ruolo di donna sposata. Viene per lo più raffigurata con i capelli scuri, raccolti in boccoli elaborati. La chioma arricciata ed ordinata racconta una femminilità ricercata, modaiola ed imprevedibile come l’ondulazione di ciascun ricciolo. Più di tutto, il colore bruno rimanda alla solidità e naturalità della terra, la quale, come la dea è mater, nutrice del genere umano.

Cerere
5.CERERE (Demetra)
Nelle antiche società matriarcali era chiamata Gea, ovvero Madre Terra, la divinità per eccellenza. Successivamente,con l’imporsi delle culture patriarcali greca e romana, la dea, con il nome di Demetra, venne relegata ad amante del divino Zeus. Specie nelle più antiche rappresentazioni, la divinità ha un aspetto fiero. In quanto protettrice della maternità, la sua immagine veicola sicurezza, concretezza e solidità d’animo. Poco spazio viene concesso alla femminilità. Per questo l’acconciatura è raccolta in treccia attorno alla testa o trattenuta da un cerchietto. Nel ruolo di madre responsabile, ogni concessione alla sensualità, alla spontaneità, alla libera espressione istintuale – il capello sciolto – viene irrimediabilmente surclassata dalla compostezza.

Vesta (Leighton)
6. ESTA (Vesta)
Circondata da ancelle fedeli, la dea vergine trascorre i suoi giorni a protezione del focolare, il simbolo greco-romano della famiglia. A testimoniarne la connotazione monacale, il suo capo viene perlopiù protetto da un velo. Per vanificare ogni richiamo sessuale. Anche il rito nuziale cristiano discende da questa tradizione: la giovane vergine procede velata fino all’altare. Solo il suo futuro sposo può scoprirla, dichiarando implicitamente il diritto a farla sua.

Persefone (Sally Manikian)
7. PERSEFONE (Proserpina)
Kore, nome di Persefone giovane, è figlia di Cerere, dea delle messi. Viene rapita da Ade nell’atto di raccoglier fiori e condotta nella profondità degli Inferi per farla sua sposa. Celebre la statua del Bernini che ne rappresenta il ratto. Sarà il padre Zeus, vinto dall’insistenza di Cerere, ad acconsentire che Persefone trascorra sei medi nelle viscere della terra e gli altri sei alla luce del giorno. L’aspetto della dea risente del dualismo con cui viene raccontata. Nel ruolo di Kore viene raffigurata con i capelli sciolti e lunghi sulle spalle. Bruni e virginali come lei, adolescente ed ingenua. Una volta divenuta consorte di Ade, Persefone acquista una personalità più spirituale, sensitiva, lunare e di gran fascino. Ella diviene donna medianica, in quanto tramite e guida tra il mondo terreno e l’aldilà. Pur conservando sia l’aspetto adolescenziale che il fisico minuto e sinuoso di Kore, nelle raffigurazioni il colore bruno dei capelli si fa corvino, presumibilmente a causa della trasformazione da figura infantile ed angelicata a regina dell’Ade, un po’ maga, un po’ strega.
Studio Psiché – chi siamo
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Per approfondire:
colloqui di counseling di che si tratta?
studio psiché – consulenze online
studio psiché – counseling online per expat
* per approfondire: Psoriasi. La dermatite tra psiche e soma