ATTACCO DI PANICO ED ANSIA – LE CAUSE E LA CURA
Panico ed ansia. Quali le cause e come risolvere definitivamente il problema?
Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano con la Dr. Francesca Minore, in questo articolo ci interessa comprendere da cosa scaturiscono l’ansia e l’attacco di panico (DAP) e come intervenire per tornare a stare bene.
Le circostanze attivanti
Durante varie situazioni quotidiane, come andare a far compere, guidare, lavorare alla propria scrivania, può comparire all’improvviso una crisi d’ansia, accompagnata da panico, intenso malessere fisico e paura.
Tornata la calma, persiste il timore che possa ripresentarsi un altro attacco di panico. Questa condizione viene definita ansia anticipatoria.
Con il riproporsi degli attacchi e per la tendenza ad associare le crisi a luoghi o circostanze specifiche, si strutturano le condotte da evitamento fobico: il soggetto tende cioè ad evitare circostanze, spazi ed attività connesse al DAP (Panic Attack Disorder) .
La paura
L’attacco di panico spaventa e preoccupa, in quanto spesso la crisi insorge senza apparente motivo. Inoltre, a causa della penosa sensazione di essere in balia delle proprie emozioni, di non poterle gestire, la persona può arrivare a temere che tale stato di cose possa essere definitivo o ritenere di essere sul punto di perdere la ragione, di impazzire o di morire.
Poiché la fenomenologia del DAP somiglia molto a quella di alcune patologie gravi, il disagio ingenera sovente l’errata convinzione di essere affetti da una malattia seria “ho pensato mi stesse venendo un infarto”.
E’ dunque utile far chiarezza circa le caratteristiche del disturbo.
Come si manifesta
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all’improvviso, senza causa apparentemente.
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la durata è breve, da pochi secondi a svariati minuti. Ciò che persiste è l’attivazione fisiologica dell’organismo. Da qui la sensazione che l’attacco duri molto di più.
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la persona sperimenta una penosa sensazione di impotenza, di minaccia incombente e teme per la propria incolumità fisica.
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la remissione è graduale ed accompagnata a spossatezza, stanchezza profonda, instabilità dell’umore, stordimento.
Sintomatologia
La sintomatologia è molto varia. Riassumiamo qui le manifestazioni più comuni:
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ansia
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sintomi cardiorespiratori – tachicardia, palpitazioni, cardipalmo, dolori al petto, fatica a respirare (dispnea), impedimento a respirare(asfissia).
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sintomi vestibolari – senso di svenimento, sbandamento, instabilità.
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parestesie – torpore e formicolio agli arti.
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sudorazione intensa, vampate, brividi, tremore.
- sintomi psicosensoriali – derealizzazione (senso di irrealtà) e depersonalizzazione (sensazione di distaccamento dal corpo o dai processi mentali)
Le cause
1. Come sviluppa l’attacco? (Clark 1988)
Il DAP viene scatennato da una serie di eventi in successione circolare.
– Sensazioni
- A partire da una minaccia percepita esterna o interna (stimolo scatenante)
- si attivano le sensazioni somatiche legate all’attivazione fisiologica del sistema nervoso simpatico.
– Pensieri
- L’attacco di panico si genera però solo quando tali sensazioni si accompagnano ai pensieri catastrofici con cui le si giustifica: “questa sensazione è indice di un grave disturbo”, “se mi sento così, sono realmente in pericolo”, “non posso farcela”.
- Tali congetture causano la percezione distorta di essere in presenza di un evento drammatico.
– Attivazione fisiologica
- Si susseguono in un circolo vizioso pensieri ed immagini catastrofiche.
- L’ansia di conseguenza aumenta, come anche l’attivazione fisiologica nel complesso.
– Strategie protettive
- Vengono automaticamente adottate strategie protettive (fuga, automonitoraggio, ricerca d’aiuto, distrazione) che confermano la gravità dell’esperienza che si sta vivendo.
- L’ansia di conseguenza aumenta, come anche l’attivazione fisiologica nel complesso.
L’organismo durante l’attacco
Il locus ceruleus è cruciale per l’insorgenza del panico. L’organo è situato nel sistema limbico o cervello antico, al centro degli emisferi cerebrali. Esso riceve ordini dall’amigdala, la ghiandola che controlla le risposte emotive. Il locus ceruleus ha il compito di filtrare gli stimoli provenienti dall’esterno affinché il sistema limbico provveda ad attivare il meccanismo fisiologico di reazione.
Durante una crisi di panico, il locus ceruleus smette di adempiere al suo compito di filtraggio per via di un’alterazione in atto nella secrezione del neurotrasmettitore serotonina. Di conseguenza gli stimoli giungono copiosi al cervello e non adeguatamente elaborati. Per tale ragione vengono erroneamente percepiti come esageratamente pericolosi e la risposta emotiva fornita dall’amigdala è spropositata.
Aree di vulnerabilità
1. Un fattore di rischio è rappresentato dalla predisposizione familiare:
- L’apprensione parentale fornisce infatti un modello ansiogeno di approccio alla realtà.
- il bisogno di controllo, l’educazione all’intolleranza dell’incertezza favolisce una percezione ansiogena della realtà.
- L’anxiety sensivity intesa come predisposione a registrare ogni reazione fisiologica come sintomo catastrofico. Tale atteggiamento mentale viene assimilato nel cotesto di riferimento fin dall’infanzia. Il nostro passato ha un forte impatto sulla nostea vita e bisogna imaparare a superare gli eventi dolori della nostra vita.
2. Per altra via, l’insorgenza di ansia e panico può essere correlata a scarsa fiducia in sè stessi e mancanza di autonomia (attaccamento ansioso-ambivalente).
3. In ultimo il DAP può dipendere da una situazione di stress post-traumatico.
Disturbi spesso associati
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DAG, ansia generalizzata costante.
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depressione – può presentarsi in seguito al perdurare del DAP. Per questo è necessario intervenire da subito ed effettuare la cura adeguata.
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polarizzazione ipocondriaca – è la convinzione di essere affetti da qualche malattia. Il soggetto tende a sottoporsi ad accertamenti continui e nonostante le rassicurazioni dei medici, è ossessionato dal timore che la causa della presunta patologia non sia stata accuratamente diagnosticata.
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abuso di sostanze – nel tentativo di diminuire l’ansia, alcuni soggetti abusano dei farmaci prescritti dallo specialista o fanno uso di alcool (che smorza l’effetto degli anti-panico).
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fobia semplice – paure irrazionali associate alle crisi di panico.
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fobia sociale – paura di essere osservati/giudicati dagli altri.
Come intervenire nell’immediatezza?
Quelle che vengono qui riportate, non sono strategie risolutive, bensì modalità utili a gestire il panico nel momento dell’insorgenza. E’ buona cosa:
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respirare in modo lento e profondo, contrastando la tendenza tipica al respiro superficiale. Questo perché la respirazione superficiale ostacola l’ossigenazione del sangue ed il cervello è costretto a velocizzarla.
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effettuare il grounding, vale a dire focalizzarsi sulle parti del corpo a contatto con il suolo, la sedia, il letto, al fine di mantenere il contatto con la realtà oggettiva.
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ricondurre il pensiero al qui ed ora.
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sfogare le emozioni parlando con qualcuno.
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massaggiare circolarmente con due dita la zona frontale tra le sopracciglia fino al rilassamento.
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fare movimento (o battere ripetutamente una sedia con il cuscino) per dar sfogo alle emozioni compresse.
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utilizzare alcuni stratagemmi terapeutici, quali “Il diario di bordo” Tenere cioè in un taccuino, il resoconto dettagliato del proprio stato per far defluire l’energia in eccesso attraverso la scrittura.
Come aiutare qualcuno durante l’attacco?
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non minimizzare con espressioni del tipo “non è nulla, stai tranquillo”, piuttosto rammentargli che il DAP dura pochi minuti e poi passa.
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aiutare la persona a distrarsi dalle brutte sensazioni che sta percependo parlando d’altro, facendo movimento con lei.
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una volta riacquistata la calma, rassicurare il soggetto che si può risolvere il disagio con la cura adeguata. Spronarlo ed aiutarlo ad attivarsi in tal senso.
Le soluzioni
A discrezione del medico, è possibile intervenire somministrando farmaci ansiolitici. Sono utili per sedare i sintomi, seppur non a risolvere definitivamente il problema. Nei casi più persistenti, possono essere prescritti gli ISSR (inibitori selettivi ricaptazione serotonina) che mirano a riequilibrare il meccanismo fisiologico di controlla dell’ansia.
Per far in modo che il disturbo scompaia definitivamente è però necessario risalire alle cause psicologiche scatenanti. Un trattamento efficace, quando necessario in sinergia con la cura farmacologica di competenza medica, consente di risalire alle cause del DAP e di apprendere modalità cognitive ed emotive più funzionali a risolvere il disagio.
Infatti l’attacco di panico può essere metaforicamente descritto come la spia luminosa sul cruscotto di un vettura: sta ad indicare che qualcosa nel meccanismo si è inceppato. Nel caso dell’auto, una volta effettuata la riparazione e ripristinato il corretto funzionamento, la spia luminosa automaticamente smette di lampeggiare. Non diversamente accade all’organismo umano. Una volta emersi ed elaborati i motivi per cui l’ansia ha avuto luogo, il panico, in quanto campanello d’allarme somatico, non ha più ragion d’essere. La remissione in alcuni casi è immediata, più spesso è graduale, ma sempre risolutiva.
L’intervento prevede inoltre la ristrutturazione cognitiva dei penseri disfunzionali che alimentano il circuito della paura.
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Per approfondire:
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Per approfondire l’articolo:
studio psiché – ansia sociale – le cause e la cura
studiopsiché – coliti gastriti e cefalee. Le psicosomatizzazioni
studio psiché – come superare la paura del giudizio
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BIBLIOGRAFIA
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