AMICI DI LETTO, FUNZIONA?
Amici di letto, funziona davvero? Dipende dalla chiarezza dei propri reali intenti. Come stabilire se fa al caso nostro? Valutazioni e consigli pratici.
Amici di letto. Una scelta sempre più comune. Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché Psicoterapia e Counseling di Milano con la Dr. Francesca Minore, qui ci interessa valutare i requisiti affinché possa davvero funzionare.
Cosa comporta essere “amici di letto”?
Si tratta di un legame privo di vincoli. Una relazione che nasce con l’unico obiettivo di condividere momenti di intimità senza impegno. Dal punto di vista sociologico, la frequenza con cui oggi si intessono rapporti di questo tipo si spiega con una maggior disinibizione riguardo al sesso e un’aumentata disinvoltura ad aprire e chiudere le relazioni affettive (Z. Bauman). Da chiarire se, a livello psicologico, si tratti o meno di una conquista. Approfondiamo…
Quali i benefici?
Tra i primi, in tutta evidenza, la libertà con cui si vive l’esperienza. Niente vincoli, niente impegno, nessuna progettualità. Di conseguenza, a trarne giovamento possono essere coloro che, bloccati da ferite amorose, sono restii ad investire di nuovo i propri sentimenti.
La scelta “amici di letto” può essere anche un modo ludico di contattare/sensibilizzare il corpo alle sensazioni corporee. Molti individui hanno inibito o negato del tutto la propria sessualità a causa della loro storia personale. La vita li ha costretti a tale rimozione forzata per evitare di sentire, di entrare in contatto con emozioni dolorose. Se un’amicizia di letto, proprio in quanto non connotata affettivamente, diviene occasione a sperimentarsi per altra via, essa può acquisire una valenza positiva.
E le implicazioni emotive?
Il sesso rappresenta una modalità comunicativa. Pregnante ed intima per giunta. Una maniera di sintonizzarsi con l’altro mediante la pelle ed il corpo. Le proiezioni ed i rimandi emotivi sono dunque importanti.
Di più, l’organismo è un tutto olistico in cui ogni sua parte, mente, cuore e viscere, vive in stretta congiunzione con le altre. E’ ormai storia antica la distinzione tra corpo e psiche. Ad oggi sappiamo che la loro interrelazione modella non solo pensieri ed affetti, ma anche il soma. E che la mancata, fluida, espressione dell’energia organismica determina, alla lunga, l’insorgenza di disturbi psicosomatici fastidiosi e persino cronici.
Ciò detto, com’è dunque possibile scindere l’erotismo dalla componente emotiva?
Di fatto non lo è. Se non dissociando, sul piano cosciente, più spesso a livello inconscio, le porzioni emozionali del Sé. Decido di non sentire. O scelgo consapevolmente di non dar ascolto alle sensazioni. Per quale ragione?
- per evitare di soffrire (molte persone confondono erroneamente l’espressione emotiva con la debolezza).
- perché non ci si vuole assumere alcuna responsabilità, preferendo rimanere in territorio ludico.
Gli svantaggi
Secondo Z. Bauman, viviamo un’epoca liquida, ossia una realtà relazionale caratterizzata da precarietà ed instabilità. I rapporti sentimentali durano poco. L’amore avvampa in fiamma calda, per poi spegnersi spesso in breve tempo. Nemmeno la rete familiare offre appigli sicuri. I nuclei nascono, si modificano, si trasformano ed i membro devono abituarsi a legami e ruoli differenti. Frequenti gli arrivi e frequenti le partenze sui cui investire e peggio, disinvestire la propria carica affettiva.
In questo quadro si capisce bene perché l’opzione “amici di letto” sia tanto gettonata. Tre i motivi di base:
- consente una gratificazione veloce con l’annullamento dei tempi di corteggiamento,
- non implica la necessità di aprirsi all’altro,
- permette di porre fine al rapporto in ogni momento senza giustificazioni o “complicazioni”
- apre alla possibilità di relazionarsi a più “amici” contemporaneamente o in successione.
Bello no? Quali saranno mai gli svantaggi?
Ogni persona ha bisogno di amare ed essere amata. Il che comporta necessariamente un investimento affettivo. Vivere l’effimero consente i vantaggi di cui sopra, ma non il benessere profondo, sperimentato da tutto l’organismo, che consegue dal sentirsi accolti, riconosciuti, rispecchiati positivamente dall’altro quando gli consentiamo di conoscerci a fondo ed in modo autentico.
Vivere l’effimero sacrifica poi una serie di competenze fondamentali quali la capacità di esporsi al partner e la reciprocità. Disporre di tali abilità significa infatti accettarsi e aver rispetto di sé (senza barricarsi dietro al lato ludico del rapporto); vuol dire saper entrare in contatto pieno con le emozioni e sensazioni psichiche e fisiche dell’altro (senza paura di esserne danneggiati o fagocitati). Per questo Freud affermava che l’adultità è risultato della capacità di lavorare (produrre, realizzarsi) ed amare. La relazione affettiva matura non può prescindere infatti dalle competenze sopra citate. Coltivarle, farle fiorire, implica il farne esperienza a tutto tondo. E quindi rimanere feriti, capitombolare, ruzzolare indietro, sperimentare delusione e rifiuto, per poi riprovarci e meglio. Così si cresce…
In conclusione: è la scelta giusta per me? (Consigli pratici)
Per poter scegliere consapevolmente (e dunque non trovarsi pentiti) vale la pena di farsi qualche domanda:
1. Cosa cerco davvero? Quali sono i miei bisogni? e gli obiettivi?
Per comprenderlo con chiarezza, meglio dar prima ascolto alle proprie emozioni e sensazioni, la razionalità interverrà solo in un secondo tempo ad indicarci il come. Un esempio? Non negare a se stessi i sentimenti reali che proviamo. Dar loro riconoscimento nel bene e nel male (contattare cuore e viscere), per poi valutare in che modo agire (testa).
2. Quali benefici sono implicati nella mia scelta?
Può capitare infatti che il desiderio di rimanere “amici di letto” scaturisca:
- dal bisogno di evitare il coinvolgimento perché lo si teme,
- dal disagio all’intimità,
- dall’esigenza di rimanere in controllo e non lasciarsi andare,
- dalla necessità di vivere compulsivamente più legami,
- dal bisogno di costruirsi una vita parallela all’attuale,
- dal non aver reciso il cordone ombelicale dagli attaccamenti dell’infanzia.
In tutti questi casi è bene approfondire. In quanto la decisione potrebbe scaturire:
- dalla paura di un maggior coinvolgimento,
- da blocchi evolutivi che ci ancorano alle figure di riferimento del nostro passato,
- da meccanismi di difesa che impediscono di godere appieno dell’amore.
Se così fosse, non esitare e ricorrere ad un consulente professionale. Per sciogliere i nodi in breve tempo e godere appieno di relazioni appaganti e profonde un breve percorso di counseling può rivelarsi risolutivo. Ognuno di noi lo merita.
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