AL DI LA’ DEI SOGNI: LA DEPRESSIONE – CINEMA E PSICHE
“Al di là dei sogni”, un’analisi psicologica del film di V. Ward: la trama, il buio della mente e l’uscita dal tunnel della depressione.
Tra i vari argomenti trattati dallo Studio Psiché di Milano con la Dr. Francesca Minore, qui ci interessa approfondire il tema della depressione con l’ausilio del film “Al di là dei sogni” di V. Ward. L’argomento trova spazio anche negli articoli dedicati alla sintomatologia e alla cura dei disturbi dell’umore, ansia e depressione. Ad essi si rimanda per un eventuale approfondimento.
Al di là dei sogni: la peculiarità del lungometraggio è tutta nella concezione dell’Aldilà, rappresentato non come luogo extratemporale o metafisico, bensì in quanto stato mentale soggettivo, inteso questo come costruzione e proiezione del vissuto emotiva di chi vi si trova.
E quando nella mente è l’inferno, è possibile rompere l’incantesimo? Ricondurre l’anima persa al paradiso? Certo che sì. E la via, scontata ma vera, passa attraverso l’amore.
AL DI Là DEI SOGNI – UN’INTERPRETAZIONE PSICOLOGICA DEL FILM
Titolo originale What Dreams May Come (Scheda completa)
Regia di Vincent Ward (1998) US, con R. William, Cuba Gooding Jr., A. Sciorra
Premio Oscar 1999, Miglior Effetti Speciali; Nomination Miglior Scenografia
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LA TRAMA
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IL FILM
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IL BUIO DELLA MENTE
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L’USCITA DAL TUNNEL
AL DI Là DEI SOGNI – LA TRAMA
La vita di Chris ed Annie scorre felice fino al giorno della tragedia. I loro due figli perdono la vita in un incidente automobilistico mentre si stanno recando a scuola. L’evento fa cadere irrimediabilmente la madre nella più cupa depressione. Qualche anno più tardi sarà l’amato marito Chris a morire in un tremendo incidente d’auto. Per Annie è il crollo rovinoso.
Intanto, giunto nell’Aldilà, Chris deve abituarsi alla nuova dimensione in cui si trova ad essere. La difficoltà dell’adattamento si accompagna all’acuta preoccupazione per la moglie rimasta sola in gravi condizioni. Ma le brutte notizie non sono finite. Chris viene ben presto a sapere che Annie si è tolta la vita, incapace a sopportare tanta pena. Di più. Sarà confinata nel profondo inferno avendo sovvertito l’ordine di natura. L’uomo non può accettare il verdetto e decide così di avventurarsi alla ricerca della donna per salvarla. Si tratta di un grande azzardo. Il pericolo è di essere assorbito dalla mente di lei e perdersi nella totale angoscia. Determinato a liberare la compagna, l’uomo non demorde
ed inizia così il suo personale viaggio negli inferi che culminerà con l’incontro tra i due amanti.

passaggio dallo Stige
La realtà in cui trova la moglie è una proiezione della psiche di lei. Chris può respirarne l’acuto dolore, il senso di annientamento, il buio della ragione. Pur essendogli stato concesso poco tempo, egli cerca disperatamente un contatto con Annie rammentandole episodi significativi del loro amore e del passato condiviso. Così facendo spera di dissolverne le proiezioni infernali. Poichè il suo intento sembra fallire, Chris si vede costretto al ritorno. Eppure, qualcosa è accaduto. Giunto nel luogo paradisiaco a cui era stato fin dall’inizio destinato, l’uomo intravede una figura femminile che gli si fa incontro sorridendo. Annie è tornata. Chris può finalmente prenderle la mano e correre con lei ad abbracciare i loro figli.
AL DI LA’ DEI SOGNI – IL FILM
La peculiarità del lungometraggio sta tutta nella concezione dell’Aldilà, rappresentato non come luogo extratemporale o metafisico, bensì in quanto stato mentale soggettivo, inteso questo come costruzione e proiezione del vissuto emotiva personale. Al di là dei sogni vinse l’Oscar nel 1999 grazie al contributo offerto da una splendida fotografia, basata su di un cromatismo intenso ed un paesaggio onirico impressionista di grande effetto.
IL BUIO DELLA MENTE
Il viaggio di Chris permette al regista di penetrare fantasticamente nella mente di una persona angosciata e sofferente al punto da non riuscire più a dare significato alla vita. I suoi sensi, le sue emozioni, i suoi pensieri sono ricoperti dalla coltre depressiva. La mente annebbiata dal disagio non sembra trovare pace. Ed infatti l’inferno di Annie appare allucinato e spaventoso. Di certo non capace di stupire chi conosce il tunnel depressivo, chi sa dell’ottundimento emozionale, dell’assenza di vitalità, del vuoto incolore che lo connota.
Ma dal tunnel si può uscire.
Anche nei casi più gravi come è quello di Annie.
L’USCITA DAL TUNNEL
Guarire, tornare alla vita, è possibile. Perché l’inferno della depressione è una creazione della mente, una sorta di incantesimo che il calore e l’adeguato supporto possono sciogliere come neve al sole. Sembra solo reale. O meglio, è reale per la persona che dalla depressione è afflitta, come ben sottolinea Chris “ciò che è vero nella nostra mente è vero, che certe persone lo sappiano o no” e per questo merita rispetto ed ascolto paziente. Ciò nonostante, in quanto proiezione della psiche può essere dissolto. Per riuscire nell’intento è solo necessario ricorrere al supporto adeguato.
Il timore che non vi sia soluzione, l’immobilità a cui il disagio costringe, il congelamento emotivo, sono ostacoli difficili da superare. Per questo è fondamentale richiedere aiuto e farsi condurre da chi, esperto, può sciogliere l’incantesimo.
Una nota. Il viaggio tortuoso di Chris descrive il percorso che lo specialista compie per soccorrere il paziente. Un viaggio che lo condurrà nel mondo privato di quella persona fino all’incontro profondo. Per compierlo, egli dovrà saper mantenere la propria centratura con saggezza e consapevolezza. Dovrà saper entrare in contatto, rimanendo fermamente in sè. Per questo la guida ammonisce il protagonista: “risucchiato nel più profondo dell’inferno (…) un minuto di più e potresti smarrirti.” Chris “Come ci si può smarrire? – Nel momento in cui la sua realtà diventa la tua.”
L’intervento efficace implica dunque preparazione, non ci si improvvisa. Di conseguenza, la persona che ricerca aiuto è necessario si informi e si rivolga a chi è davvero competente.
Quando queste premesse hanno ricevuto risposta, il viaggio può iniziare. E trattandosi di un viaggio alla riscoperta del Sé, delle proprie risorse, delle proprie emozioni più intime e spontanee, non potrà che rivelarsi significativo ed avvincente.
Al termine, la coltre nera non avrà più motivo di esistere.
Il lungometraggio mostra notevoli punti di contatto con la rappresentazione dell’inconscio fornita da The Cell di T. Singh. Come Singh, anche Ward si rifà all’arte per trovare ispirazione. Là era il surrealsmo, il realismo magico, qui è la tipica pennellata impressionista; la via artistica è azzeccata in entrambi i casi. L’arte è infatti espressione dell’immaginazione umana. Non solo, l’ispirazione artistica simbolista ed impressionista utilizzano un linguaggio onirico ed allucinato sia nel produrre figure e spazi, come anche nell’associare elementi in un sincretismo irreale e vivamente colorato.
Vi è poi un’analogia tematica pure con Il Posto delle Fragole di I. Bergman. Accomuna le due opere il viaggio, metaforico perché introspettivo, di crescita e cambiamento. Come ben sottolinea L. Cancrini, ogni percorso terapeutico può essere così rappresentato: un cammino alla scoperta di se stessi, efficace allorquando conduca alla riconciliazione con il proprio passato ed all’acquisizione di nuove e più funzionali competenze per stare nel mondo.
Studio Psiché – chi siamo
Negli ultimi anni, dato l’incremento di richieste, lo Studio Psiché di Milano ha messo a punto un servizio online specificatamente costruito per funzionare come le sessioni in presenza in termini di approccio metodologico, tecniche e protocolli utilizzati. Tutto ciò al fine di garantire un intervento produttivo ed efficace volto a ripristinare una situazione di benessere anche quando svolto non in presenza.
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Per approfondire:
colloqui di counseling di che si tratta?
studio psiché – consulenze online
studio psiché – counseling online per expat
BIBLIOGRAFIA
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Riedweg C. – ORFEO – in STORIA EINAUDI DEI GRECI E DEI ROMANI – vol. 4, Torino, Einaudi-Il Sole 24Ore, 2008